Chef Tino Vettorello alla Mostra del Cinema di Venezia

Chef Tino Vettorello alla Mostra del Cinema di Venezia

DI GIUSEPPE DE PIETRO

Il rinomato Chef internazionale Tino Vettorello, che ha già conquistato le star di tutto il mondo con la sua cucina dai sapori unici e raffinati, anche quest’anno sarà presente alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con il suo ristorante, posizionato presso la Terrazza Biennale proprio davanti al Red Carpet.

Maestro della cucina d’autore italiana, lo Chef Tino Vettorello nel corso degli anni ha conquistato il palato di artisti e sportivi di tutto il mondo. E anche quest’anno delizierà attori, registi, produttori –  ma anche i giornalisti e il pubblico della Mostra – con i sapori e le contaminazioni di un menù ricercato, offrendo un’esperienza gustativa e sensoriale unica ed esaltante durante le giornate del Festival. 

Tino Vettorello sceglie per le sue creazioni prodotti di altissimo livello, per dare vita a ricette sofisticate ed uniche. Fondamentale nella cucina dello Chef è l’attenzione e l’utilizzo dei migliori prodotti DOP e IGP provenienti dalla sua terra di origine: il Veneto, territorio che esporta in Italia e nel mondo le eccellenze del Made in Italy, che attraverso la sua creatività diventano protagoniste di un viaggio emozionale. 

Come Vettorello stesso afferma: “Compito dello chef è esaltare le materie prime, che devono essere rigorosamente grandi, ovvero di prima qualità, per emozionare chi le degusterà. L’arte di emozionare passa anche attraverso l’estetica: il piatto è un contenitore su cui noi creiamo un disegno”.

Da alcuni anni Vettorello è il responsabile della ristorazione di grandi eventi internazionali, curando l’intera gestione dei servizi in location esterne. Dal Festival del Cinema di Venezia ai Giochi Olimpici invernali che si sono svolti a Sochi nel 2014, l’intera offerta gastronomica è firmata Tino Chef. Un’attività che pone sfide importanti ma che arreca altrettanto grandi soddisfazioni.

In questi contesti, Tino crea le sue interpretazioni personali della cucina veneta, con divagazioni che si ispirano all’evento, o ai suoi personaggi. Il caso più recente è il “Rombo alla Clooney”, un piatto che ha dedicato all’attore, ospite del Festival del Cinema di Venezia. Cucinare per gli sportivi, invece, invita ancora di più ad una cucina salutistica, pulita e semplice, dove la qualità degli alimenti fa la differenza.

James Franco, George Clooney, Michelle Pfeiffer, Michael Caine, sono solo alcuni dei nomi internazionali che hanno voluto assaporare le creazioni gastronomiche dello Chef, a cui si aggiungono anche tanti nomi dello star system italiano, come Monica Bellucci, Valeria Golino, Carlo Verdone, Maria Grazia Cucinotta, Vasco Rossi.        

A questo link è possibile scaricare le foto dello Chef Vettorello:

https://www.dropbox.com/sh/ajwpwb1gbtii3p1/AABZK3q1jWgqqOCGoTjXCUQ_a?dl=0

Tino VettorelloLa carriera dello Chef Tino Vettorello è iniziata a Treviso, con la direzione di alcuni importati ristoranti e l’apertura del suo Al Traghetto a cui è seguita, con il supporto dell’Università Cà Foscari, quella di Veniceat, un network di ristoranti-caffetterie ecosostenibili dislocate nella città di Venezia. È, inoltre, Chef del Ristorante Villa Tre Panoce di Conegliano Veneto. Da dieci anni, Vettorello si occupa con successo della realizzazione e della gestione di raffinati progetti di ristorazione, come quello per la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, per le Olimpiadi Invernali di Sochi, per i Mondiali di nuoto di Roma, per citarne alcuni. “Tra tutte, l’esperienza che ricordo con più emozione e sentimento è la cena che ho avuto l’onore di preparare per il Santo Padre Benedetto XVI”, ha commentato lo Chef.

Armani Hotel a Milano: scegli il lusso e l’eleganza per le tue vacanze

Armani Hotel a Milano: scegli il lusso e l’eleganza per le tue vacanze

 

Se siete alla ricerca di un albergo che vi conquisti, l’Armani Hotel sarà senza dubbio la scelta più adatta per voi! L’Italia è un Paese che offre un vasto ventaglio di imprese, cibi e alberghi di grande prestigio, luoghi che possono rendere le nostre vacanze davvero indimenticabili. Ebbene, fra gli alberghi migliori della nostra Penisola vi è senza dubbio L’Armani Hotel di Milano, e il motivo è molto semplice! Questa struttura offre servizi esclusivi e lussuosi, che renderanno la vostra vacanza impeccabile praticamente sotto ogni punto di vista.  La struttura, situata in via Manzoni al numero 31, ovvero nel cuore del Quadrilatero della moda, è nata dalla collaborazione tra la Giorgio Armani Spa ed Emaar Properties PJSC.  Lo stesso stilista ha contribuito alla progettazione dell’hotel, ed il suo tocco è evidente nei dettagli lussuosi e accattivanti. Tutti i servizi offerti dalla struttura sono supervisionati dai Lifestyle manager, figure che rappresentano un vero e proprio punto di riferimento per i clienti, in grado di regalare loro la migliore esperienza possibile. Cosa rende speciale questo lussuoso hotel di Milano?  Ma quali saranno i dettagli che rendono unico questo Hotel nel cuore di Milano? L’Armani Hotel è una struttura dedicata ai clienti che non devono e che non vogliono chiedere mai. I servizi offerti da questo hotel vanno ben oltre le 5 stelle, e siamo certi che vi sorprenderanno. Qualche esempio? Camere e suite lussuose, una vista panoramica a dir poco mozzafiato, la possibilità di gustare piatti gourmet e molto altro ancora. Ecco cosa vi attende all’interno dell’Hotel di Giorgio Armani. La struttura rappresenta la meta ideale per chi desidera trascorrere una vacanza all’insegna del lusso e della comodità. Non per niente, l’Armani Hotel milanese è una location spesso frequentata da personalità di grande spessore, come principi ed emiri. Come se non bastasse, oltre alla location di lusso, la struttura offre anche la possibilità di gustare un ottimo pasto presso l‘Armani/Ristorante, che offre colazioni e cene esclusive. Le ricette ad opera dello chef Francesco Mascheroni delizieranno il vostro palato. Il suo famoso menù “scomposto”, ad esempio, è caratterizzato da piatti creativi, che uniscono i sapori italiani e quelli internazionali in un mix assolutamente . Per chi lo desidera, il ristorante offre anche la possibilità di usufruire di una saletta privata, dove potrete organizzare degli incontri più intimi e riservati, mentre se desiderate consumare un aperitivo in compagnia potreste godere dello charme e del lusso del Bamboo Bar. Infine, L’Armani Hotel offre anche una ricca selezione di trattamenti nell’elegante e lussuosa Spa con palestra. Perchè dovresti scegliere l’Armani Hotel per le tue vacanze?

Come avrete capito, l’Hotel Armani rappresenta un vero e proprio punto d’incontro fra il lusso Made in Italy e la modernità, un luogo situato in una delle più belle zone di Milano, dove poter trascorrere delle giornate indimenticabili. All’interno dell’hotel troverete stanze di diverse tipologie, dall’Armani Deluxe alle più grandi Signature Suites. Qui troverete ogni comfort possibile, compreso un ipad e molto altro ancora. I colori che caratterizzano la location vanno dal grigio al nero, fino al verdone, per rendere l’ambiente raffinato, rilassante ed incredibilmente elegante! La riapertura sarà sempre all’insegna della sicurezza e della tutela della salute degli ospiti e dei dipendenti. Proprio per questa ragione l’Hotel ha stabilito una partnership con il Gruppo Bureau Veritas, azienda leader per quanto riguarda i servizi di qualità, salute, ambiente e responsabilità sociale. Per garantire la massima sicurezza per i vacanzieri, le camere saranno sanificate regolarmente, mentre la gestione del check-in e del check-out verrà gestita esclusivamente via e-mail. Inoltre, in occasione della riapertura sarà inaugurato anche il nuovissimo servizio “Armani a Tavola”, un’esperienza culinaria intima che vi permetterà di assaporare la cucina di Armani Ristorante. Come? E’ semplicissimo! Potrete gustare i piatti dell’Executive Chef Francesco Mascheroni nella Presidential Suite o addirittura a casa vostra! Avete capito bene! Dal 1 Luglio potrete ospitare lo chef direttamente a casa vostra, con un menu unico che potrà essere personalizzato in base ai vostri desideri. Per la vostra cena (massimo per 10 persone) sarete circondati dai servizi di Armani/Casa, mentre Armani/Fiori si occuperà delle decorazioni floreali.

Giuseppe De Pietro

Made in Italy, il momento giusto di cambiare

Made in Italy, il momento giusto di cambiare

Renato Preti, managing partner del fondo Opera, spiega le mutazioni del mercato
e come i grandi marchi del lusso sono chiamati ad adeguarsi. “Oggi il brand non basta pi˘, la gente cerca in quello che compra soprattutto piacere e divertimento”.

di Giuseppe De Pietro

“Intorno al made in Italy ormai Ë cambiato tutto. E’ come essere entrati in un altro mondo. PoichÈ non ci sono, almeno per il grosso pubblico, segnali evidenti sembra che non sia cambiato niente. Ma non Ë vero”. Renato Preti, che da tempo sul made in Italy e sul lusso in generale ha idee piuttosto severe, ha titoli per occuparsi di questo argomento perchÈ Ë managing partner di Opera (un fondo di private equity che ha costituito nel 2000 insieme alla Bulgari) che si occupa proprio e specificatamente di aziende del settore Italian Lifestyle.PerchÈ dice che Ë cambiato tutto? “Intanto, circolano delle cifre piuttosto significative. Fatti i conti sui maggiori undici players mondiali del lusso noi abbiamo che il loro fatturato nel 1999 era cresciuto di quasi il 20 per cento, di quasi il 30 per cento l’anno dopo. Poi, nel 2001 la frenata. Le vendite crescono solo dell’8 per cento.

Nel 2002 la crisi: scendono dello 0,4 per cento. Nel 2003 si dice che risaliranno, ma la stima corrente Ë che la crescita sia solo del 2,3 per cento e nel 2004 si arriver‡, forse, al 5,7 per cento. Insomma, i trend di crescita del 20-30 per cento all’anno sono scomparsi. Non ci sono pi˘”.Altri cambiamenti? “Età e soldi” Cioè? “Fra i clienti crescono i giovani. Nel 1997 i giovani fino a 25 anni era il 36
per cento rispetto al totale della clientela, nel 2001 erano gi‡ il 47 per cento.

Il settore, cioè, si avvia a avere in maggioranza una clientela che è al di sotto dei 25 anni. E questo vuol dire moltissimo: altri stili di vita, altre richieste, altre abitudini, altre attenzioni”. E poi c’è il discorso dei soldi. “SÏ Nel 1997 le classi con alto reddito costituivano il 27 per cento dei clienti del lusso, oggi siamo gi‡ scesi al 25 per cento. Nel frattempo le classi “medie” (come reddito) sono passate dall’11 al 16 per cento e quelle a basso reddito dal 9 all’11 per cento. Anche qui, insomma, c’Ë un cambiamento. Di fatto nel mercato, come clienti, stanno entrando forza i giovani e le classi medie. Insieme, si tratta di un mix abbastanza esplosivo”.
Ma i cambiamenti non sono tutti qui, suppongo. “Infatti, ci sono altre cose che stanno cambiando. E, di nuovo, siamo a una svolta molto importante”. Di che cosa si tratta? “Sarebbe un discorso lunghissimo (c’Ë gente che vi ha scritto sopra interi libri e ci sono decine e decine di ricerche molto complesse).

Ma, semplificando, possiamo dire questo: negli anni 80 il made in Italy era soprattutto esibizione, ostentazione. La Milano da bere, via. Negli anni 90 si Ë trasformato in brand.Poichè sono uno che ha reddito, e che ha gusto, mi vesto Armani, Versace, Prada, ecc. Gli anni Novanta sono i grandi anni della marca, del brand, della griffe”. E adesso? “C’è una rivoluzione, e non so quanto sia stata compresa da tutti”. In che cosa consiste? “Sostanzialmente oggi la gente non compra più˘ cose belle per esibizionismo o perchÈ sono firmate da una griffe famosa. Compra per piacere e per divertimento. Per avere un’emozione. E questo complica tutto”. Qualche esempio? “Sono sotto gli occhi di tutti. Qualche giorno fa incontro una mia conoscente, ricchissima, che era tutta vestita di Zara, cioË di questa grande catena spagnola di roba poco costosa. Un fatto impensabile fino a qualche anno fa.

Ma adesso, no. Si può fare. Perchè? Perchè è divertente, perchÈ queste sono cose carine. D’altra parte, non si tratta solo della mia amica. Zara a Milano ha un buon successo e adesso Ë arrivata anche la catena svedese H&M. Insomma, la discriminante non Ë pi˘ la griffe importante, Ë che la roba proposta sia piacevole e divertente. I soldi, nonostante tutto, ci sono. Ma la gente ha fatto un salto e compra quello che vuole. Vuole un altro caso? Le motociclette. Quelle straniere saranno anche pi˘ solide, avranno delle loro indubbie qualit‡, ma le moto “belle” sono le italiane. Basta andare in qualunque salone e si vede subito. C’è dentro una cifra stilistica, una cura, che le grandi case straniere non riescono a eguagliare. E la gente compra le moto italiane: perchÈ sono belle, perchÈ sono emozionanti, addirittura perchÈ,m a volte, non riusciamo nemmeno a fare tutte quelle che il mercato richiede”. Tutto questo cambiamento che cosa comporta per il nostro made in Italy, per il nostro mondo del lusso? “Temo conseguenze pesanti. I nostri sono tutti marchi affermati, e quindi continueranno a vendere per anni e anni. Ma temo che, in un certo senso, abbiano un grande futuro alle spalle. Temo che non riescano pi˘ a essere i protagonisti di domani”.
E come mai? “Ma, forse, perchè per essere divertenti, innovativi, di rottura, bisogna essere giovani o essere arrivati al successo da poco. Le nostre grandi griffe, invece, ormai sono un po’ delle cattedrali, delle strutture con stili precisi, collaudati, che funzionano. Non me li vedo che assumono di colpo due o tre stilisti fuori linea ma molto creativi con il preciso scopo di fare cose che stupiscono, che divertono. Non voglio fare nomi, come Ë ovvio, ma non è difficile capire quello che intendo dire. Se uno continua a farmi lo stesso abito, perfetto, fatto benissimo, con grandi tessuti e grande taglio, ok.

Ma nell’armadio ne ho gi‡ tre. Sabato mattina, invece, voglio andare in centro e comprarmi qualcosa che non ho (e che forse nemmeno mi serve), ma che mi d‡ la sensazione di avere addosso una cosa nuova, piacevole, anche controcorrente”. Un bel problema. “In pi˘ aggiunga che l’attenzione della gente si sta un po’ spostando. Dai vestiti alla casa, ad esempio. Nel settore arredamento la spesa sta crescendo in
misura molto forte”. Ma, ripeto, tutto questo che cosa significa per il made in Italy? “Penso che i settori in crescita siano appunto l’arredamento, le motociclette, l’illuminazione (le lampade), ma anche i cibi e i vini (il vero cuore dell’Italian Style of life)”. E qui come siamo messi? “Abbiamo tutto. Abbiamo i prodotti pi˘ belli del mondo, in assoluto. Nessuno fa lampade come le nostre e nemmeno mobili. Delle motociclette ho gi‡ detto, e potrei andare avanti nell’elenco. Insomma, fuori dalla moda, dall’abbigliamento, siamo in realt‡ ancora i pi˘ bravi del mondo. Il nostro gusto, anche in tutto quello che non Ë abbigliamento, rimane straordinario e molto ricercato. Provi a andare al cinema. Se l’azione si svolge in qualche salotto “di livello” sarà impossibile non vedere sullo schermo almeno un paio di lampade italiane e
qualche divano dalle nostre aziende”.

Allora siamo a cavallo. “Non tanto, per la verità”. E perchè? “Ma perchè andiamo a sbattere contro la solita maledizione italiana. Abbiamo le cose più belle del mondo, ma poi le aziende sono piccole, spesso familiari,
spesso lontane dal marketing moderno. Tante volte, quando il fondatore si deve ritirare, non si riesce a organizzare una successione valida. E quindi, alla fine, queste imprese coprono solo una parte minuscola dell’immenso mercato che hanno di fronte. Che è un mercato mondiale. E per stare su un mercato mondiale ci vogliono strutture forti. Crete ditte straniere solo con le magliette e i cappellini fatturano pi˘ delle nostre aziende omologhe. Gli altri solo con i cappellini legati alla marca fanno pi˘ di quello che qui si riesce a fare con cappellini e prodotto. La differenza sta nel fatto che gli altri sanno occupare un mercato mondiale, noi molto meno”. Siamo senza speranze? “No. Il vento del lusso, nonostante tutti i cambiamenti che abbiamo visto, tira ancora dalla nostra parte. Solo che dobbiamo riuscire a alzare qualche buona
vela per correre pi˘ forte”.