di Gianni Dal Maso

Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza. Il suo ideale, come per l’aristocrazia dell’epoca, era il Bordeaux. Nessuno aveva mai pensato di fare un vino “bordolese” in Maremma, una zona sconosciuta sotto il punto di vista vinicolo. L’annata del 1968 fu la prima ad essere messa sul mercato, con un’accoglienza degna di un Premier Cru Bordolese.

Oggi vorrei parlarvi del sassicaia, probabilmente non vi dirò nulla di nuovo visto la notorietà di questo vino ma avrete sicuramente sentito la notizia qualche giorno fa che il sassicaia, annata 2015, è stato eletto da wine spectator niente po’ po’ di meno che miglior vino al mondo, sottovoce vorrei aggiungere anche in barba ai francesi ma quindi mi sembrava giusto ricordare un po’ la storia di questo grande vino.
Il vino Sassicaia è espressione di territorio, per carità come molte delle eccellenze italiane ma, in questo caso è frutto della terra della Tenuta San Guido di Bolgheri sul litorale Tirrenico, in provincia di Livorno, che ne rivendica contemporaneamente paternità e maternità.
La storia narra che il nobile Mario Incisa della Rocchetta, appassionato del vino Bordeaux, sperimentò la coltura della vite di Cabernet Sauvignon, importata da Graves, direttamente nelle sue terre.
Inizialmente il vino prodotto fu ad esclusivo consumo familiare ma, successivamente, si realizzò che il suo invecchiamento garantiva una qualità sorprendente, tanto che, alla fine degli anni ’60 il Sassicaia di Bolgheri ha fece il suo ingresso nel mercato e, ovviamente, fu subito successo…..un successo strepitoso, spiazzando i grandi Bordeaux francesi.
Nell’ascesa al successo bisogna riconoscere anche il merito indiscusso all’enologo autore di questo capolavoro….lo “sconosciuto” Giacomo Tachis che, con maestria, ha creato questo mito.
Inevitabile il successivo riconoscimento, nel 1994, della Denominazione di Origine Controllata e poi, dal 2013, il Sassicaia si stacca dalla DOC Bolgheri ed acquisisce una DOC riferita esclusivamente alla terra della Tenuta di San Guido.
E’ la prima volta che a un vitigno, riferito ad una cantina esclusiva, viene attribuito questo riconoscimento.
Sarà il terreno sassoso, tipico della zona, o la brezza del Tirreno, fatto sta che quando degusti un Sassicaia ti perdi nell’intenso profumo e nel gusto rotondo e deciso che richiama note di mora, mirtillo, cacao, il tannino è morbido ed elegante.
Se ne accorsero anche i sommelier, appositamente bendati, ingaggiati nel lontano 1972 dalla rivista Decanter, che dopo varie degustazioni elessero il Sassicaia come migliore Cabernet del mondo; successivamente Robert Parker, uno che di vino….”non ne capisce proprio nulla”…. attribuì per la prima volta il massimo voto ad un vino italiano.
L’accostamento ideale per questo vino sono gli arrosti e la selvaggina, ma anche con i formaggi stagionati…… o i primi piatti fatti con dei sughi importanti….. o a base di tartufo; ottimo anche con i salumi come il prosciutto tagliato a mano, il salame o la finocchiona…..poi sapete com’è….quando un vino è buono…sta bene con tutto….basta che ci sia la scusa per  aprirlo…..
Il 1985 è stato l’anno nel quale tutti le componenti naturali hanno concorso per regalare al Sassicaia il suo tempo migliore, ultra premiato e, dopo 30 anni considerato dagli esperti non ancora al massimo della sua maturazione.
Una bottiglia di questa annata è stata battuta nell’asta di Sothesby’s a più di 18.000 dollari.
Successivamente, tra le altre annate importanti c’è da segnalare quella del 2012 nella quale questo vino ha ricevuto 99 punti nel Wine Entusiast, e del 2009 che ha ricevuto l'”Oscar del Vino” nel 2013, festeggiato con tanto di cena firmata dallo chef Gianfranco Vissani.
Il 2018 è l’anno nel quale si festeggiano i 50 anni della nascita di questo vino e ovviamente, come abbiamo detto prima…..miglior vino al mondo con l’annata 2015. Ma è anche la storia della famiglia della Rocchetta che ha oramai perso il suo capostipite, appassionato di cavalli e della sua terra, ma che trova una schiera di successori pronta a continuare e a migliorare la produzione di questo simbolo della cultura e della buona tavola italiana.
Questo Sassicaia risulta essere il più ricercato a livello internazionale e, purtroppo anche il più imitato.
Proprio come le opere d’arte questo vino è soggetto a veri e propri falsi, per cui diffidate se trovate chi lo voglia vendere a prezzi stracciati.
Note di degustazione
Rosso rubino, vivo e concentrato. Al naso è un tripudio di intensità e di complessità grazie a note olfattive che spaziano dalla prugna e dal mirtillo alla liquirizia, dalla menta alla vaniglia, dalla liquirizia al cuoio per un profilo di rara stoffa. In bocca è incredibilmente reattivo e vellutato al tempo stesso, avvolgente ed elegante come poche altre volte, finissimo. Un assaggio interminabile per persistenza e per ricordo, struggente.
Abbinamenti
Grandioso per eleganza, il “Sassicaia” è vino rosso che cerca abbinamenti di carne in grado di esaltarne le caratteristiche. Agnello al forno con funghi porcini.
cantina
Il nome della Tenuta San Guido è inestricabilmente legato alle origini di un celebre vino – considerato uno dei migliori vini al mondo.