Foto Cover:  Federico Heidkamp Gonzaga

Presentata presso la Sala Italia di UNAR e organizzata da Francesco Ugolini la mostra dell’artista Federico Heidkamp Gonzaga.  Con il patrocinio per gli scambi culturali Argentina-Italia e con l’introduzione di Chiara Anguissola e con l’intervento  S.A.S. Maurizio Ferrante Gonzaga del Vodice.  Domenica 8 Maggio la mostra dell’autore italo-argentino appartenente all’illustrissima stirpe mantovana si è aperta in una piacevole e rilassata atmosfera  stile happening secondo le più recenti tendenze  che permeano  gli ambienti culturali e artistici  internazionali  proponendo nel vasto spazio espositivo prescelto un giocoso  abbinamento di  arte visiva e  di musica con gli intervalli musicali  del M°  concertista d’arpa “SafyraSings in Concerto”.   Federico Heidkamp Gonzaga inizia sin da giovanissimo a scoprire la sua inclinazione per il disegno e la pittura tanto da eseguire, con notevole maestria, il ritratto della sorella, mostrando un’innata sensibilità nel coglierne lo sguardo e la psicologia, doti che trasferirà in seguito su altri ritratti.  La ricerca artistica di Federico è fortemente legata ad un concetto “romantico” della pittura, all’amore per il classico, per il bagaglio culturale che ci viene dall’antichità.   L’amore per la pittura, più che il quadro, è il motore primo dell’attività di Federico Heidkamp Gonzaga, artista che crea immagini, frutto di un grande passione e non semplicemente abilità “da mestiere”.   Figlio della principessa Isabella Gonzaga, Federico nasce a Buenos Aires, Argentina, il 5 luglio del 1969. È proprio in Argentina che inizia a studiare arte e impara il disegno e l’acquerello frequentando l’atelier di Peter Malenchini.  Il giovane artista raggiunge l’Italia nel 1997, dove risiede presso lo zio nella sua abitazione romana per circa due anni. In Italia lavora  inizialmente  nel cinema come  realizzatore di effetti speciali per passare successivamente alla pittura che diventa da allora il suo principale interesse. Entra nella bottega di Antonella Cappuccio, apprezzata pittrice della “nuova maniera italiana”, celebre madre dei fratelli Muccino. Da lei Federico perfeziona la sua tecnica ad olio, ma soprattutto  inizia a realizzare i primi lavori con la sanguigna.  La tecnica rimanda ai famosi cartoni di Leonardo Da Vinci e sono usati dal pittore italo-argentino per realizzare rielaborazioni d’autore e ritratti.   Alla componente artistica derivata da una discendenza importante, i Gonzaga sono infatti tra le famiglie nobili più attente alle arti e alla cultura, si aggiunge poi il legame con la famiglia Anguissola, a cui appartiene una della prime rivoluzionarie esponenti femminili della pittura europea, Sofonisba Anguissola, che rappresentò la pittura rinascimentale al femminile. Una  lunga ed importante tradizione  e un  profondo amore per l’arte muovono  quindi l’autore a dipingere sulle orme dei grandi maestri del rinascimento italiano quali Botticelli, Raffaello, Tiziano, per concludere con Caravaggio. Quest’ultimo è il pittore preferito con il suo esasperato realismo e i suoi chiaroscuri tratti da un’ambientazione che predilige la povertà e le miserie umane in contrasto con i colori accesi di una trionfante Controriforma. A differenza del Caravaggio però, Federico preferisce il trionfo della vita sulla morte e le sue opere spaziano dai vigneti all’esuberanza naturalistica, dai monumenti abbacinati dal sole, agli animali dei quali ha colto momenti ed espressioni significative senza dimenticare la sua terra d’origine con rappresentazioni di rodei, cavalli al pascolo e ricche grigliate.Pittore tendenzialmente tradizionalista pur con qualche sconfinamento nell’informale,  questo poliedrico artista dimostra la propria abilità nel conformarsi alle più recenti tendenze artistiche non disdegnando l’utilizzo di colori estratti dalle sostanze vegetali nonché dal caffè e dal vino con i quali ottiene lusinghieri effetti cromatici di notevole impatto visivo.  Anche i brillanti e colorati acquerelli come quelli inseriti nella rilegatura della  più recente opera letteraria  del principe Maurizio Ferrante Gonzaga “Fiori nel deserto”  rinnovano il segno dell’abilità dell’artista italo-argentino di trovare nel classico un punto di osservazione dell’attualità.

Manuela Lascaris