Sergio Ferroni
Cia-Agricoltori Italiani all’opera per il grande ritorno di Vinitaly, a Veronafiere dal 10 al 13 aprile, dopo due anni di stop and go agli eventi fieristici causa pandemia. Tutto pronto, quindi, al Padiglione 10 Stand D2 del Salone internazionale dei vini e distillati, dove Cia attenderà operatori commerciali, nazionali e stranieri, insieme a 19 aziende associate di sette regioni d’Italia. Nello spazio espositivo Cia con enoteca, area riservata agli incontri con i buyer e spazio meeting, in programma undici eventi di degustazione, organizzati insieme a una collettiva di aziende associate e supportati da sommelier professionisti. Ci saranno etichette di Piemonte e Lazio, regioni rappresentate anche dai giovani del vino. Cantine di Toscana, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna. E ancora, le produzioni vitivinicole solidali delle aziende aderenti alla rete del Forum Nazionale Agricoltura Sociale e quelle delle donne del vino di Piemonte e Marche. “La scuola del palato” proporrà, infine, più momenti degustativi delle differenti Tintilie del Molise. Domenica 10 aprile alle 16 nell’Area Meeting Spazio Mipaaf, Cia dedicherà alla giornata inaugurale del Vinitaly, anche il convegno su “La qualità delle produzioni vitivinicole a partire dal materiale di moltiplicazione. Stato dell’arte e prospettive” promuovendo il confronto, in chiave innovativa e sostenibile, con tecnici ed esperti del settore. Prima di cominciare, dal 6 al 9 aprile, spazio con Cia anche al tour incoming per operatori commerciali esteri. In collaborazione con l’Agenzia Ice, anticipando il Salone, si va alla scoperta dei vini della Puglia.
“Serve una nuova stagione per l’export del vino Made in Italy che tenga conto di due anni di pandemia e della crisi economica e geopolitica internazionale per la guerra in Ucraina -ha detto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino in occasione della conferenza stampa di presentazione di Vinitaly 2022-. Adesso -ha aggiunto- il ritorno in pieno stile del Salone a Verona può guidare, ampiamente, la ripresa e il rilancio sui mercati, anche nuovi e alternativi, di un settore che tiene ancora l’Italia al secondo posto, tra i Paesi esportatori, con 7,1 miliardi di fatturato nel 2021”.
“Guardiamo al prezzo da pagare per restare competitivi e mettere al sicuro il reddito degli imprenditori, ma -ha concluso Scanavino- non arretriamo neanche di un passo sulla transizione ecologica e digitale che da tempo sta coinvolgendo anche la filiera vitivinicola nazionale che avrà bisogno di rinnovate strategie di promozione e consolidate azioni per rimarcare il valore del vino, quale fattore caratterizzate della Dieta Mediterranea, riconosciuta in tutto il mondo”.