Giovedì 5 maggio, si terrà all’Accademia Nazionale di San Luca la presentazione del volume Schifano – Comunque, qualcos’altro 1958-1964, di Giorgia Gastaldon (Silvana Editoriale), un’accurata ricognizione sugli esordi di Mario Schifano.
A parlarne intervengono Claudio Zambianchi, ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea presso “Sapienza” Università di Roma e Giorgia Gastaldon, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi dell’Aquila e autrice del libro. Introduce e modera l’incontro Claudio Strinati, Segretario Generale Accademia Nazionale di San Luca.
SCHEDA DEL LIBRO: Mario Schifano, risoluto pittore in anni nei quali l’arte italiana prendeva la via della smaterializzazione dell’opera, è un artista per il quale le categorie del personaggio, della leggenda, della biografia – tormentata, esagerata, maledetta – hanno a lungo prevalso sulla considerazione meditata delle opere. Questo libro affronta la sua vicenda pittorica concentrandosi sugli inizi sfolgoranti della sua produzione – dal 1958 al 1964, anno della prima partecipazione alla Biennale di Venezia – e la studia a partire dai più trascurati fondamenti: considerando i documenti dell’epoca; identificando, datando e mettendo in sequenza le sue opere; analizzandone il linguaggio pittorico a confronto con quello degli artisti a lui coevi; e, infine, riconducendolo alla cultura, visiva e non, del suo tempo. Ne è restituito un Mario Schifano meno personaggio e più artista, meno scostante e più rigoroso nelle ricerche, il cui valore sta nella coerenza, nella tempestività e nell’autonomia delle scelte, oltre che nella felicità istintiva della sua pittura.
Note biografiche dell’autrice: Giorgia Gastaldon è dottoressa di ricerca in Storia dell’Arte e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi dell’Aquila. Formatasi all’Università di Udine, è stata borsista post-doc alla Fondazione Ragghianti di Lucca e alla Bibliotheca Hertziana di Roma. Ha collaborato con numerose istituzioni tra cui il Museo del Novecento di Milano, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, il Museo d’Arte Moderna di Udine, la VAF Stiftung.