Le signore del vino. Storia di Chiara Lungarotti, l’imprenditrice del vino con l’Umbria nel cuore

Le signore del vino. Storia di Chiara Lungarotti, l’imprenditrice del vino con l’Umbria nel cuore

di Roberto Luongo

 Una vita dedicata alla cantina che è passione, storia, tradizione e famiglia

Come può un vino entrare nel mito? Innanzitutto, gli serve una storia forte, una di quelle che si raccontano come le favole. Poi, ovviamente, deve essere in grado di fare grandi cose, molte di più di quelle promesse. Infine, serve un personaggio fuori dall’ordinario, dalla vita incredibile e dalla personalità forte.

La rivoluzione del vino non è solo cosa da uomini. Lontani i tempi in cui era considerato esclusivamente appannaggio maschile, la metà “in rosa” dell’universo ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più importante, contribuendo a cambiare il corso della storia nel settore enologico. Parliamone con le “signore del vino” che meglio hanno saputo caratterizzare il successo dell’imprenditoria al femminile. Un racconto a più voci, a tu per tu, quello delle donne più influenti del vino in Italia che conducono e rappresentano l’eccellenza nel mondo, tra esperienze di vita passata e progetti futuri. Chiara Lungarotti di Cantine Lungarotti racconta a Egoista Magazine.

Imprenditrice di successo e grandi passioni. Chiara, la sua vita si divide tra l’amore per la sua terra, il suo lavoro e la sua famiglia. Come si svolge la sua giornata tipo?

Sveglia la mattina presto, il tempo per leggere il giornale e scaricare la posta al volo, ed è già ora di svegliare mio figlio, fare colazione insieme e fare un po’ di strada con lui verso la scuola a piedi. Andando in azienda mi fermo a fare la spesa, perché voglio scegliere personalmente tutto ciò che i miei cari mangiano ogni giorno. La giornata prosegue con una visita veloce in cantina, poi a seguire gli incontri con i collaboratori più stretti, dal commerciale all’amministrazione. Di solito, salvo impegni di lavoro, preferisco rientrare a casa per pranzare con la mia famiglia. Il pomeriggio in genere è riservato alle vigne, e poi all’ufficio dove resto fino alle 19 circa. La serata prosegue in famiglia, con la cena e la lettura di un bel libro insieme a mio figlio prima che si addormenti. Tutto questo naturalmente quando non sono in giro per l’Italia o per il mondo a promuovere i nostri vini, cosa che capita piuttosto frequentemente!

Sono cresciuta in azienda tra le vigne, dove mio padre mi portava sin da piccola. Ricordo che mi costringeva a camminare scalza perché voleva che imparassi a “sentire” la terra sotto i piedi. Dopo il liceo classico mi sono iscritta ad agraria ed ho iniziato a lavorare in azienda quando avevo 21 anni. Mi sono poi laureata con una tesi in viticoltura, la mia grande passione! È stato duro convincere un uomo di grande esperienza ma di una certa età come mio padre a introdurre le tante innovazioni in campagna apportate in quel periodo. Da quando ci ha lasciato nel 1999, la nostra è un’azienda al femminile. Sono amministratore delegato delle aziende che fanno capo alla nostra famiglia, mia sorella Teresa si occupa di comunicazione e marketing e infine nostra madre Maria Grazia dirige la Fondazione Lungarotti, che gestisce il Museo del Vino ed il Museo dell’Olivo e dell’Olio a Torgiano.

Com’è stata accolta la donna imprenditrice Chiara Lungarotti da un settore guidato soprattutto da uomini?

Ricordo che all’inizio eravamo due donne a sedere nel Consiglio di Federvini, una proveniente dal mondo degli spiriti e l’altra da quello del vino, ed ero l’unica a sedere in Cda di Unione Italiana Vini. In entrambi i casi ero la più giovane e ho avuto modo di apprendere molto dall’esperienza di tutti gli altri consiglieri. In questi ultimi anni le cose stanno cambiando, e oggi molte altre bravissime donne occupano posizioni di rilievo che un tempo erano prevalentemente “al maschile”, sia in azienda che negli organismi rappresentativi del settore.

Parliamo di quote rosa. Le donne rappresentano una realtà ormai più che consolidata nella produzione e nella promozione del vino, cosa ne pensa?

Penso che un’ottima preparazione al pari della serietà e della passione con cui si affronta la propria professione siano fondamentali per il successo, indipendentemente dal genere di appartenenza.

Pensa che ci siano ancora resistenze, pregiudizi o discriminazioni?

Per la mia esperienza posso affermare che questi atteggiamenti appartengono al passato. Per fortuna.

Quali ritiene essere le qualità femminili più importanti per emergere in questo settore? E che valore aggiunto dà una donna al mondo del vino?

La cura del dettaglio e la capacità di essere multitasking sono doti naturali per noi donne, e sono quelle che ci consentono di seguire contemporaneamente tutti gli aspetti della vita aziendale, dalla produzione alla comunicazione. Nel mio caso prevale la cura del dettaglio, quasi maniacale, al pari della determinazione.

Tre aggettivi che definiscono speciale la “donna del vino” contemporanea.

Preparata, internazionale, visionaria.

La comunicazione attraverso il vino cambia grazie ad una voce femminile?

Il vino è l’espressione più profonda di un territorio, della sua storia e delle sue tradizioni e questo va comunicato sempre, al femminile ma anche al maschile.

Com’è cambiato, e sta cambiando, il modo di fare comunicazione? Crede nelle opportunità offerte dal web e dai digital media?

I nuovi mezzi di comunicazione sono fantastici per comunicare con la massima trasparenza tutto ciò che facciamo in vigna e in cantina. Per questo in azienda abbiamo una squadra giovane, dinamica e smart che se ne occupa. Diverso è il discorso su piano personale: tengo alla mia privacy e quindi preferisco non utilizzare Facebook o Instagram.

Che cos’è per lei il vino?

Il vino per me è passione, storia, tradizione, famiglia… è la mia vita!

Come immagina il futuro produttivo e commerciale della sua azienda?

Immagino una crescita che si consolida anno dopo anno, non solo sul mercato nazionale ma anche nel mondo.

Oggi si parla molto di eco-sostenibilità, biodiversità ed impatto della vitivinicoltura sul territorio. Qual è il suo pensiero in proposito all’impegno verso l’ambiente?

Ritengo di vitale importanza operare in modo sostenibile in campagna perché dobbiamo fare la nostra parte per preservare il più possibile l’ambiente da cui dipende il futuro nostro e quello dei nostri figli. In Lungarotti portiamo avanti una viticoltura sostenibile da oltre vent’anni. Abbiamo cinque capannine meteo nei nostri vigneti di Torgiano, che ci consentono di entrare in vigna solo se strettamente necessario, mentre la tenuta di Montefalco è in regime biologico dal 2010. Ridurre gli sprechi è un diktat quotidiano, in tutte le nostre attività. La nuova sfida però è lavorare nella direzione di un residuo zero, sia nel prodotto che nell’ambiente circostante.

Oltre alla passione per il vino, c’è però anche quella per…?

Per il giardino – guai a chi tocca le mie rose e le mie ortensie – per la montagna, sia d’inverno che d’estate, e per i viaggi con mio figlio: adoro portarlo in giro per l’Italia e per l’Europa per fargli conoscere la nostra storia e le nostre radici. Solo un solido background gli darà la capacità di affrontare le incredibili – e per noi immaginabili – sfide che dovrà affrontare la sua generazione.

Con chi, tra le donne della storia, della cultura o della scienza, del passato o attuali, sceglierebbe di degustare un calice di vino e perché?

Con Ipazia, perché la libertà di pensiero è una delle più grandi conquiste della nostra società e va difesa a tutti i costi. Ma anche con Maria Montessori: grazie al suo metodo sin dalla scuola elementare, ho imparato a impegnarmi per vincere le piccole e grandi sfide quotidiane che incontro. Berrei un calice di vino anche con Santa Scolastica: nell’ombra del fratello creò l’ordine delle benedettine che, con la massima ora et labora, ha nei secoli contribuito a non far disperdere un patrimonio di conoscenze e di tradizioni oggi a rischio. Infine con tutte le grandi donne del passato che, rimaste sole, hanno preso in mano l’azienda della propria famiglia, facendola crescere e prosperare con grande beneficio per tutti coloro che vi lavoravano e per il proprio territorio di origine.

Per finire, un consiglio alle “donne del vino” di domani.

Saper sempre portare avanti il difficile equilibrio tra la propria passione – nel mio caso il mio lavoro di produttrice a tutto tondo – e la famiglia.

Silena un hotel Zen In Alto Adige immerso nella natura

Silena un hotel Zen In Alto Adige immerso nella natura

Il Silena, un albergo dove l’Oriente incontra le Dolomiti. Tra esercizi di respirazione e pratiche guidate, yoga e Qi Gong, vasca onsen in terrazza, lounge letteraria, stanze del silenzio e sei suite con area meditazione e sauna privata.

di Marcela De Pietro

Il primo zen hotel in Italia con vasca onsen immerso nella natura esiste, e si trova in Alto Adige

In Alto Agide, a Valles, si trova a 1.354 m, circondati dalle piante benefiche della torbiera alta, c’è un luogo in cui le tradizioni altoatesine si fondono con i segreti del sud-est asiatico: il SILENA, un zen hotel con spa e vasca onsen, progettato dallo studio noa*, e a conduzione familiare. Un gioiello incastonato in un paesaggio fiabesco dove poter immergersi per vivere un’esperienza che accarezza il corpo e la mente. Luogo del buen retiro, “your soulful hotel”, dove l’anima è al centro, secondo una filosofia del benessere nata dai frequenti viaggi in Oriente. E oggi viene tradotta in un linguaggio che tiene conto delle influenze del sud-est asiatico, ma anche della cultura altoatesina, e dell’importanza del contatto con la natura per raggiungere una pace interiore assoluta.

«Nasce dopo diversi viaggi in Asia l’idea di creare un albergo ispirato ai rituali e alle usanze dei paesi dell’Estremo Oriente, elementi centrali del design e integrati nella visione dell’hotel», spiega Magdalena Mair, proprietaria dell’albergo insieme al fratello Simon. L’intero concept d’interior rievoca infatti questo immaginario. L’ospite è invitato ad avvicinarsi all’Oriente già all’entrata dell’edificio, dove attraversa un portale d’ingresso, realizzato secondo una tecnica asiatica che riprende la purezza della composizione tradizionale in legno, con semplici travetti orizzontali e verticali. Per conferire ancora più importanza al momento dell’accoglienza, le pareti in quest’area sono state tinteggiate di nero con una tecnica a spatola ruvida con inserti minerali. L’ingresso si trasforma quindi in una sorta di tunnel che segna l’inizio dell’esperienza in un luogo dedicato al corpo e allo spirito.

     Al Silena si è subito accolti in un ambiente aperto, dove lasciarsi trasportare dalle bellezze naturalistiche e dall’atmosfera orientale. La fontana in pietra, l’area camino e le confortevoli nicchie dove sedersi tolgono inoltre alla reception, posizionata volontariamente a lato, la rigidità del classico check-in. Le note asiatiche sono delicate ma onnipresenti, e si ritrovano sotto forma di legno scuro abbinato ai toni del blu e del grigio, di delicati bonsai di pino in ciotole di ceramica, di massi verticali in pietra locale, di discrete luci a forma di lanterne. Un’intera parete è riservata alle ruote della preghiera tibetane, cilindri in legno che con il tocco delle mani vengono fatti girare su sé stessi.

Linee chiare creano un’atmosfera armoniosa, e donano alla struttura una particolare sensazione di calma e profondità. Quasi come un’appendice in questo scenario si inserisce la classica stube tirolese, risalente ai tempi del maso Moarhof, di cui era il cuore pulsante. Il suo aspetto storico e il legno antico vengono maggiormente evidenziati dall’adiacenza con la moderna area bar, caratterizzata dalle pedane minimaliste per la cerimonia del tè. «La stube e la stanza del tè sono separate l’una dall’altra solo da dal sottile telaio della porta: sembrano rendere visibile il passaggio tra le origini e il futuro di Silena», spiega Christian Rottensteiner, architetto a capo del progetto.

Gli spazi in una visione olistica colpiscono quindi per una serie di elementi tipici del sud-est asiatico combinati con complementi di design contemporaneo e materiali altoatesini come il legno di pino cembro e di quercia affumicata, fil rouge di tutto l’edificio. Così, il paesaggio circostante della palude, che inizialmente dava il nome al maso originario (“Moar” in dialetto locale significa palude) penetra nell’edificio e riecheggia in colori e materiali.

Sei nuove suite, che spaziano dai 30 a 55 metri quadrati, sono caratterizzate da un affascinante gioco di luci e ombre, di visibilità e intimità. In ogni camera sono stati previsti un angolo dedicato alla meditazione, il tavolo cerimoniale e una sauna privata. Inoltre, il tema asiatico continua anche sulla terrazza: un piccolo giardino di fronte a ogni suite è dotato di vasca da bagno, rievocando il tradizionale ofuru, l’antico rituale del bagno giapponese che originariamente si svolgeva in vasche di legno hinoki. Ma si ritrovano anche piccole aiuole e tende come una stanza all’aperto, elementi simbolici della cultura orientale.

Grande spazio viene dato per purificare lo spirito con la pratica dello yoga. La Resident Yoga Teacher tiene lezioni più volte alla settimana (7 per la precisione, livelli 1 e 2) nella Kingdom of Yoga, con accesso diretto al giardino. Quando è possibile le lezioni si tengono anche all’aperto, accanto alla piscina, a volte nella terrazza sul tetto, su un prato o nel bosco.  Per chi intende fare una vacanza interamente dedicata allo yoga, il Silena organizza inoltre ritiri yoga, intensi viaggi di un paio di giorni per piccoli gruppi con 3 ore al giorno di pratica, durante i quali è possibile fare ulteriori esperienze “soulful”, come le escursioni nel bosco con esercizi di respirazione o di meditazione all’aperto.  In hotel è sempre disponibile una sala di meditazione per praticare da soli o in coppia fuori dagli orari delle meditazioni guidate con le campane tibetane o le essenze aromatic

Altra parte molto importante per la ricerca del proprio benessere è dedicata alla lettura. È presenta un lounge letteraria che custodisce circa 1.000 libri, attentamente selezionati da Magdalena, per immergersi nella lettura e ritagliarsi tempo per sé stessi. Ma ci si può anche far portare in camera un carrello di libri da cui scegliere il proprio oppure ordinare un libro dal “menù” e farselo “servire” per il caffè o ascoltare un’“infusione di parole” in sauna (una lettura registrata dall’autore altoatesino Lenz Koppelstätter).

Ed è qui che è possibile regalarsi qualche coccola e recuperare l’armonia tra corpo e mente. Una Spa e meditazione, dove trovare la tranquillità dell’anima. Al piano inferiore si trova il centro wellness con le sue stanze massaggi (imperdibili quelli con i sacchetti caldi al fango o le pietre di granito) e l’accesso diretto al Giardino dell’Essere, dove poter meditare o camminare su erba e muschio per un contatto diretto con la Terra. Si prosegue nelle altre aree che prevedono un’infinity pool (interna ed esterna, riscaldata), un’outdoor living room con braciere, una biosauna alle erbe, il bagno di vapore ai profumi del bosco e tante nicchie private per piacevoli momenti di tranquillità. All’ultimo piano si trova la SPA sulla terrazza, luogo energetico dove respirare a pieni polmoni l’aria fresca di montagna e godere del magnifico paesaggio attraverso le vetrate della sauna panoramica (80-100 °C e infusi rivitalizzanti). C’è poi la stanza del silenzio con vista mozzafiato dove potersi abbandonare a piacevoli momenti di relax. Infine, l’esclusiva SILENA Silence Suite, una spa privata da riservare per momenti speciali con sauna finlandese, bagno turco, vasca idromassaggio, letto a baldacchino e un programma wellness individuale con trattamenti beauty e massaggi.

All’ultimo piano è anche possibile scoprire la zona ispirata alle sorgenti termali giapponesi chiamate “Onsen”, termine che indica le bolle d’acqua calda di numerosi vulcani nelle isole del Giappone. Ed è proprio in questo luogo di relax che trovano spazio un’area con rituali doccia e una piscina all’aperto con acqua a 40 gradi, dove immergersi per vivere un’esperienza onirica circondati dalla natura. Nella cultura nipponica viene usata per rilassarsi dopo intese giornate di lavoro. A creare una suggestiva messa in scena sono il disegno delle gradonate della piscina e la materialità in cemento nero a vista che lasciano scorrere l’acqua sul bordo a sfioro come una cascata. In più le superfici ruvide e la sensazione particolare che ne deriva sottolineano il cerimoniale meditativo della pietra minerale lavata dall’acqua. È previsto un rituale di diverse fasi per immergersi nella vasca di acqua calda di sorgente proveniente dalle montagne di Valles e ricca di minerali della pietra vulcanica dell’Altopiano dello Sciliar: prima un minuzioso lavaggio in doccia con acqua fredda e pulita servendosi dell’apposito secchio di legno, uno shampoo per corpo e capelli e un risciacquo con acqua calda (la pulizia simboleggia il liberarsi dal peso degli influssi negativi); poi si entra lentamente nella vasca fino ai fianchi e piano piano fino alle spalle, si avverte il calore del corpo e ci si abbandona al relax, aiutandosi da qualche esercizio di respirazione per prendere coscienza di questo momento in maniera più intensa e versandosi di tanto in tanto l’acqua addosso con il secchio di legno; infine, usciti dalla vasca e indossato l’accappatoio, e una pienezza di spirito davvero unica.

Un’esperienza di un viaggio nel lusso a Dubai

Un’esperienza di un viaggio nel lusso a Dubai

di Giuseppe De Pietro

 

Negli Emirati Arabi per immergersi nel lusso e nella frenesia di Dubai. In un viaggio all’insegna del divertimento e dello sfarzo dell’eclettica Dubai. Lasciati sorprendere dalla vista mozzafiato che solo a bordo di un elicottero si può ammirare, concediti il lusso di una cena a largo della baia di Dubai e vivi tutto il meglio che questa metropoli può offrire.

Dubai con tanti grattacieli incastonata tra il deserto infinito e le acque del Golfo Persico, Dubai è diventata una delle destinazioni più ambite per le vacanze negli ultimi anni.

Dubai è una città da sogno ultramoderno che attrae turisti da tutto il mondo. Un luogo costruito praticamente per ridefinire il lusso alle sue condizioni.

Non possiamo dire che questa città sia alla portata di tutti, ma è indiscutibile ormai che se vuoi vivere esperienze esclusive.

Le celebrità internazionali arrivano per brevi visite nel fine settimana solo per pranzare al Burj Al Arab o per lo shopping nei centri commerciali super-chic di Dubai.

Insieme a loro tante persone comuni cercano di emulare lo stile di vita high class, ma spesso devono accontentarsi solo di scattare foto con i magnifici grattacieli alle spalle.

Se stai pensando a una vacanza a Dubai fuori dal comune, ecco alcune esperienze esclusive che ti faranno assaggiare il vero gusto del lusso, quello riservato solo a chi può scegliere il meglio

Dubai dalle esperienze esclusive che pensa sempre in grande, con il più alto, il più grande, il più appariscente. Quando si tratta di Dubai, inizi ad aspettarti tutto il lusso: yacht, hotel, resort, safari: lusso di alto livello in quasi tutto.

Una volta nella vita si possono fare esperienze nel lusso. Dove tutto è scintillante nella città dell’oro, ha molte esperienze esclusive da offrirti, quelle che ti faranno desiderare di tornare più e più volte per aggiungerne altre alla tua lista.

Magari una crociera in yacht? E di una cucina raffinata nel ristorante più alto del mondo? O forse ti tenta un safari a bordo di un’auto sportiva? Qualsiasi cosa desideri, Dubai ce l’ha.

Dubai lo assapori giù in volo. Una luxury experience comincia già dalla partenza. Qual è l’esperienza più lussuosa che puoi vivere in rotta per Dubai? Ovviamente volare verso gli Emirati, con il servizio Emirates First Class.

In prima classe hai una mini suite volante a tua disposizione, ognuna con un minibar personale, un tavolo, un armadio, uno specchio e un’illuminazione ambientale regolabile.

Non è tutto. I portalampada sono dipinti in oro, che proietta un bel colore tutt’intorno. Un divano estremamente comodo e un grande schermo con film e canali TV e Wi-Fi a bordo completano l’elenco. Hai mai viaggiato in questo modo?

Una crociera su uno yacht privato nel Golfo Persico con un maggiordomo sempre presente, un frigorifero pieno di snack e bevande rinfrescanti e un intero equipaggio pronto a soddisfare ogni tua esigenza. Aggiungi a tutto questo un pranzo a cinque stelle cucinato e servito su piatti dorati.

Pensi che possa fare al caso tuo? Si tratta di un sogno cinematografico in stile hollywoodiano trasformato in realtà per la maggior parte delle persone, ma a Dubai è possibile realizzarlo.

Navigherai dolcemente lungo la Marina di Dubai e la costa, fermandoti in ogni posto che desideri. Lo yacht è tuo per l’intera crociera, quindi puoi fermarti ovunque, scattare tutte le foto che vuoi e sentirti uno sceicco per un’ora o due.

Ecco un’esperienza di lusso imbattibile per te a Dubai. Una safari nel deserto. Non si tratta di un normale safari nel deserto, ma qualcosa che va oltre.

Il viaggio nel deserto non è lungo ma può essere stressante.

Non se arrivi a bordo di una Bentley, completa di ogni possibile struttura di lusso che puoi immaginare. Finestre oscurate, aria condizionata, soffitti a specchio, drink e snack bar, sofisticate apparecchiature audio e video, videogiochi e CD musicali, DVD e molto altro ancora. Vieni prelevato e portato al tuohotel nel meglio dello stile, proprio come uno sceicco.

Ma se ti infastidisce il traffico per i 45 minuti necessari per raggiungere il deserto, c’è ancora un’altra opzione: scegli semplicemente un trasferimento in elicottero!

All’arrivo, c’è intrattenimento personalizzato con recital e musica cantata da un vero cantante d’opera, danza del ventre e altro ancora. Una lussuosa cena a 5 stelle concluderà la tua giornata, mentre sei comodamente seduto nel grembo del lusso.

Anche il Burj Al Arab è un esperienza una volta nella vita nel famoso hotel a forma di vela che riposa sulla propria isola, collegata alle isole Palm Jumeirah da una striscia di terra. Quando entri, attraversi l’affascinante atrio dorato, completo di scala mobile e una fontana scintillante.

La Deluxe Suite ha la sua sala da pranzo privata, un bar privato e una cucina in cui il personale altamente qualificato preparerà la cena per te che sarà servita, ovviamente, da un maggiordomo personale! Un soggiorno di una sola notte in una suite al 25° piano ti costerà 24.000 dollari. C’è qualcosa di più lussuoso?

Se preferisci, puoi cenare al ristorante di pesce con l’ingresso a forma di conchiglia: Al Mahara. Qui i commensali siedono circondati dall’acquario sferico che va dal pavimento al soffitto, ammirando squali, razze e adorabili piante acquatiche.

Come privarsi di una cena al Burj Al Arab è il massimo del lusso, una cena privata sull’eliporto dell’hotel è letteralmente il non plus ultra.

Per permettersi una cena privata sul famoso eliporto bisogna fare davvero uno sforzo economico non indifferente, tanto che l’esperienza è diventata un’icona della creatività e del lusso innovativo di Dubai.

L’eliporto del Burj Al Arab è enorme, infatti su di esso si è svolta la famosa partita di tennis Agassi vs Federer nel 2011. Parliamo di un ambiente esclusivo e molto amato dagli sceicchi per tante ricorrenze.

Qual è l’importo massimo che hai pagato per una pallina di gelato? Un paio di euro, forse tre? A Dubai puoi trovare il gelato più costoso del mondo, qualcosa da leccare e assaporare finché durerà. Per AED 3000 una pallina, il gelato più costoso del mondo è al gusto della vaniglia del Madagascar con Black Diamond.

Cosa c’è di strano? Ti chiederai. Qui arriva la parte costosa: la tua pallina di gelato è guarnita con fette di tartufo nero italiano e fili di zafferano iraniano. Sopra a tutto ciò c’è una spolverata di foglia d’oro commestibile a 23 carati. Il prodotto finale viene servito su un delizioso piatto Versace decorato con foglie d’oro.

La nostra lista di esperienze di lusso a Dubai non è che un semplice graffio sulla superficie di ciò che Dubai ha da offrire in termini di lusso.

Ovunque tu vada, troverai un’eccellente ospitalità araba unita a un servizio di prima classe.

Ogni edificio, ogni struttura è realizzata nel modo più ardentemente lussuoso. A Dubai, l’aria stessa parla di lusso.

 

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