Bulgari, crea per le dive ed aristocrazie

Bulgari, crea per le dive ed aristocrazie

di Antonia Colonna Spada

In via Condotti, da piccolo negozio di argenteria a laboratorio ricercato di alta gioielleria. Il nome di Bulgari, sin dalla nascita, è stato associato a una clientela top, fatta di aristocratici e di star. Da Elizabeth Taylor, alle dive italiane come Sofia Loren e Anna Magnani, ma anche Amber Heard, che all’ultimo Festival del cinema di Venezia ha sfoggiato una bellissima clutch di Bulgari. Qui ripercorriamo tutti i 131 anni della maison tra gioielli, celebrities, aneddoti e piccole curiosità

Bulgari una piccola storia si nasconde un grande successo. E perché questa magia avvenga serve un ingrediente essenziale: un’intuizione. Come quella che ha avuto Sotirio Bulgari, di origine greca, il suo vero nome era Sotirios Boulgaris, che a fine ‘800 trasferisce il suo negozio di argenteria, aperto nel 1884 in Via Sistina a Roma, nella strada della moda, via Condotti. Prima al civico 28, poi, nel 1905, al 10. È in quel momento che pensa di dargli un nome attraente per i clienti inglesi e americani che passavano da Roma: Old Curiosity Shop, l’ispirazione proveniva dal titolo di un romanzo di Charles Dickens.
Per soddisfare le esigenze della sua nuova clientela allarga anche la sua offerta: agli oggetti decorativi in argento si aggiungono gioielli in oro e argento. Quando poi suo figlio, Giorgio, inizia a viaggiare, la gioielleria Bulgari diventa una tappa fissa per chi cerca gioielli ispirati ai trend europei.

Negli anni ’20 la produzione Bulgari si concentra in modo sempre più rilevante sulla gioielleria e si appropria dei canoni estetici dell’Art Decò imprimendo all’estetica di questo movimento una sua particolare e originalissima interpretazione creando gioielli dalle proporzioni importanti in cui comincia ad apparire il taglio cabochon, che diventerà in seguito uno degli elementi distintivi dello stile del marchio.

Furono gli anni ’30 che segnarono un’ulteriore evoluzione nell’estetica della gioielleria Bulgari il cui design, deciso e geometrico, si ispira al mondo delle macchine e all’industrializzazione. Nascono gioielli monocromatici la cui bellezza è espressa dal sontuoso gioco di luci riflesse da diamanti lavorati con tagli diversi: brillante, baguette, rotondo, marquise.
Sempre di questi anni è la produzione di alcuni gioielli detti “convertibili”, ovvero creazioni che inserite su apposite montature potevano dividersi in elementi più piccoli ed essere indossati indipendentemente. Uno straordinario esemplare è rappresentato da una collana in platino e diamanti del 1938 che si divide in vari elementi e che possono essere indossati come due bracciali, due clip di forma allungata da abito e due clip piccole mentre l’elemento della chiusura, invece può essere usato come spilla sull’apposita montatura e il pendente centrale poteva essere montato su un bracciale rigido in oro.

Nasce l’anello “Trombino”, una grande pietra preziosa montata su un pavé di diamanti, e innalzata come su un trono. Il nome deriva dalla somiglianza del design di questa linea alla bocca di una tromba e fu uno dei modelli Bulgari di maggior successo e durata.
La versione in diamanti fu donata da Giorgio Bulgari a Leonilde Guilenetti, sua futura moglie come anello di fidanzamento nel 1932.

Gli anni ’40 e ’50 – la celebrazione della creatività
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale diventa difficile reperire materiali preziosi ma le pesanti restrizioni imposte dal conflitto non impediscono al genio creativo di Bulgari di dar vita a gioielli originali, spesso realizzati con materiali di recupero forniti dagli stessi clienti.
È il momento in cui nasce la maglia Tubogas, metallica, tubolare e molto flessibile. A fine anni ’40 questa maglia viene impiegata per creare il primo orologio a forma di serpente, con il corpo mobile e la testa tempestata di diamanti, a nascondere il quadrante. L’idea è di riprendere un simbolo universale di eternità e saggezza, omaggiato da tutte le civiltà a cominciare da quella greca e romana, culture che costituiscono ancora oggi fonti inesauribili di ispirazione per la creatività di Bulgari.

Nel corso degli anni, il serpente diverrà uno dei più importanti e universalmente apprezzati simboli della gioielleria e dell’orologeria di Bulgari tanto che nel 1968, la famosissima caporedattrice di Vogue Usa, Diana Vreeland, scrive un promemoria per la realizzazione dei servizi fotografici moda per il suo team ricordando che “un serpente non dovrebbe mai essere dimenticato, dovrebbe essere ad ogni dito e ad ogni polso”. Da allora le pagine della rivista vengono tempestate dell’alta gioielleria Bulgari, rendendola l’accessorio must dell’elite della moda.

Negli anni ’60 nasce lo stile delle star un design Bulgari che esplode in tutta la sua originalità e creatività e inizia ad acquisire tratti completamente autonomi ed originali che porteranno nel giro di qualche anno alla definizione di quegli elementi distintivi e immediatamente riconoscibili che ancora oggi caratterizzano il marchio.
I gioielli Bulgari iniziano a discostarsi dai predominanti motivi floreali e asimmetrici e a svilupparsi verso le forme strutturate, geometriche, compatte che diverranno il suo più importante carattere distintivo.
È sempre in questi anni che Bulgari inizia ad utilizzare pietre importanti dai contorni smussati e tondeggiati, spesso tagliate a cabochon, che imprimono al gioiello un particolare senso del volume, altro inconfondibile elemento distintivo della gioielleria Bulgari.
Infine anche l’uso del colore, risultato di accostamenti inediti e sorprendenti di pietre colorate preziose e semipreziose, segnerà per sempre e in modo inconfondibile la costruzione di un gioiello Bulgari.
Espressione massima di questo stile è una superba collana a bavaglino con orecchini pendenti coordinati del 1965 realizzata in oro giallo, diamanti di taglio brillante, turchesi, ametiste e smeraldi cabochon, in cui tutti gli elementi ricorrenti dello stile Bulgari di quegli anni sono felicemente impiegati: forme arrotondate, taglio cabochon delle gemme e audaci accostamenti cromatici.

In quei anni sono rappresentati anche dalla collezione “Gemme Nummarie”, un altro esercizio di creatività audace che ben presto diventò uno degli elementi simbolo di Bulgari. Nel trattare le monete antiche come gemme preziose Bulgari ancora una volta, pur mantenendosi all’interno di una tradizione ben consolidata, espresse originalità e modernità infondendo una nuova linfa creativa a questo filone.
Sono gli anni della Dolce Vita e star come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Ingrid Bergman o Anna Magnani sfoggiano i loro gioielli Bulgari preferiti agli eventi mondani. E Bulgari conquista anche una testimonial d’eccezione: l’attrice Elizabeth Taylor, che sul set del film Cleopatra ama indossare la sua collezione personale di gioielli. In quegli anni la star è legata a Richard Burton, che descrive la passione della diva per la casa di gioielli con battute ironiche del tipo: “L’unica parola di italiano che Elizabeth conosce è Bulgari”.

Finalmente gli anni ’70 che furono anni del gioco delle  sperimentazioni all’insegna di contaminazioni e provocazioni, non solo in conseguenza dei grandi movimenti sociali ma anche delle influenze esotiche, in particolare indiane, alimentate dai viaggi che divennero molto in voga tra le nuove generazioni.
Dimostrando ancora una volta un grandissimo intuito e una straordinaria capacità di cogliere e interpretare le dinamiche del momento, lo stile di Bulgari dà prova di un’inesauribile esuberanza creativa che si traduce non solo in sautoir, lunghe e opulenti collane, di chiara ispirazione indiana, ma anche nella trasformazione di oggetti di uso comune del tutto estranei al mondo della gioielleria – come carte da gioco o il motivo a stelle e strisce della bandiera americana – in creazioni preziose di evidente matrice Pop.

«La gioielleria Bulgari diventa il simbolo degli anni ’80. Tutti stanno cercando di copiare il vostro look», disse Andy Warhol in una intervista a Nicola Bulgari. Gli anni ’80 sono teatro di un’altra, importantissima rivoluzione nel mondo della gioielleria, di cui ancora una volta Bulgari fu precursore: la nascita della gioielleria pret-à-porter.
Intuendo un altro profondo cambiamento in atto nella struttura sociale, legato all’emancipazione femminile, Bulgari inizia a creare gioielli modulari, formati dalla ripetizione di elementi ornamentali che si incastrano tra loro in una serie infinita di forme e combinazioni dando vita a delle vere e proprie collezioni. Pur conservando un design ben definito e inconfondibile, questi gioielli modulari presentano caratteristiche di portabilità e versatilità fino ad allora sconosciute.
La gioielleria modulare fu un successo immediato, perché si adattava perfettamente ad una nuova generazione di donne inserite nel mondo degli affari degli anni ’80 che desideravano indossare gioielli in sintonia con il loro ritmo e stile di vita e di lavoro, adatti ad ogni occasione e indossabili in qualunque momento della giornata. Divennero ben presto uno status symbol di successo, un accessorio firmato estremamente desiderabile.

La prima collezione modulare è Parentesi (1982), così chiamata perché l’elemento stilizzato ricorda una parentesi e che diventa ben presto un’icona così come la collezione Spiga, ancora oggi in produzione in cui  viene stilizzata la modularità naturalmente presente nella spiga del grano.

Il nuovo millennio
Bulgari segna un’altra svolta nella storia del suo stile e inaugura il duemila con il lancio dell’anello B.zero1, una creazione che ancora oggi rappresenta il suo best seller di tutti i tempi. L’anello B.zero1 ebbe un immediato successo e rappresentò una pietra miliare nel design della maison romana.
Si tratta di un anello dal design deciso, di sapore industriale composto da una fascia cilindrica inserita in due anelli più larghi in cui si fondono due elementi caratteristici dell’iconografia di Bulgari: il Tubogas e il caratteristico logo BVLGARI.
Dallo stile raro e durevole, l’anello si è imposto per quindici anni come un autentico manifesto del design, portatore della ricca tradizione creativa di Bulgari e protagonista di molte interpretazioni.
Il B.zero1 rende inoltre omaggio alla Città Eterna in quanto simbolo del suo ellittico, ininterrotto legame tra passato, presente e futuro, fonte di ispirazione per generazioni di menti creative. In particolare, la maestosa bellezza architettonica di Roma ha nutrito a lungo la sconfinata immaginazione degli artigiani di Bulgari. La forma stessa del B.zero1 non fa eccezione: le sue linee fluide discendono direttamente dall’imponente magnificenza circolare del Colosseo, di Castel Sant’Angelo e del Pantheon, monumenti che hanno segnato il trascorrere dei secoli con grazia e indomabile forza, la cui presenza fisica ispira soggezione a tutt’oggi.

Oggi
L’ultimo grande successo è rappresentato dalla collezione di gioielleria DIVA, che nasce dalla reciproca ammirazione tra Bulgari e le dive del cinema sin dai tempi della Dolce Vita quando le attrici italiane ed internazionali scoprirono il loro amore per il gioielliere italiano.
La collezione Diva, con le sue tonalità ipnotiche e le linee sensuali che alludono alla silhouette femminile, rappresenta l’esaltazione della femminilità italiana. La forma del suo design così identificativa, oltre ad essere radicata nelle origini di Bulgari è profondamente legata alle radici della storia romana poiché per questa collezione la maison ha reinterpretato le tessere del mosaico a ventaglio dei pavimenti, delle pareti e dei soffitti che impreziosivano le Terme di Caracalla, edificate nel 216 d.C.

Giardini Italiani, è l’ultima creazione Bulgari di High Jewellery, una collezione iconica ispirata all’arte del giardino sbocciata nel Rinascimento italiano. Oltre 100 pezzi unici in cui rivivono gli elementi più suggestivi di questa grande arte gli architetti rinascimentali superano la tradizionale imitazione della natura per ridefinirne i contorni, darle una forma e trasformarla in un’opera dell’uomo.

Geometrie degli spazi, sculture vegetali e specchi d’acqua geometrici, ispirano questa collezione in cui Bulgari trova nella natura una grande interlocutrice, per realizzare creazioni di straordinaria bellezza che, grazie alla sapienza dei disegnatori e degli artigiani della maison romana, interpretano gli elementi più suggestivi di questa grande arte.
La sontuosa geometria di siepi e aiuole rivive nella collana Scintillio di cuori, in cui i diamanti di taglio fancy aggiungono un tocco romantico al disegno rinascimentale, e negli orologi del set Geometrie del tempo; lo sfavillio delle fontane, riluce nei due straordinari zaffiri di Concerto d’acque, brilla nei diamanti di Riflessi Magici ed evoca un’immagine di perfetta pienezza con gli oltre 125 carati dello zaffiro di Paradiso d’amore; la poesia intima e vibrante dei fiori, risuona nella botticelliana Incontro di primavera come nella modernissima Giardino segreto; la preziosa leggerezza dei festoni, si dipana lieve tra i sette incredibili zaffiri di Bagliori blu.

Solar Yacht

Solar Yacht

Yacht di lusso: la prima imbarcazione dall’anima green

Di Roberto Luongo

Il primo yacht solare al mondo che unisce alta tecnologia, sostenibilità e lusso.

Un modernissimo yacht di lusso completamente ecosostenibile. Il futuro? No, questa meraviglia da 70 tonnellate è stata presentata al Cannes Yachting Festival 2022 dal marchio svizzero SolarImpact.

I dati tecnici

La prima imbarcazione di lusso a poter solcare i mari in modo completamente green ed ecosostenibile, grazie ai 300 mq di pannelli solari in dotazione per alimentare la propulsione elettrica. Funziona proprio come un’abitazione servita da impianto fotovoltaico: i pannelli assorbono l’energia solare, immagazzinata all’interno di una batteria al litio da 720 kWh, che garantisce fino a 10 ore di navigazione.

Sono due i motori da 500 kW a bordo dello yacht, ovviamente silenziosissimi, elettrici e alimentati a energia solare. Raggiunge inoltre una velocità massima di 22 nodi.

La tecnologica imbarcazione di lusso sfrutta le recenti innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale, che permettono ad una sola persona di condurla autonomamente.

Anche la struttura esterna è innovativa e originale, ed è dotata di una chiglia finora utilizzata solo nelle grosse navi merce o da crociera.

L’interno? Un locale di lusso, composto da ben 4 cabine doppie, una cabina master ed una per l’equipaggio.

Solar Impact: le dichiarazioni dell’azienda produttrice di yacht di lusso

Per l’amministratore delegato Werner Vogeli:

“Il nostro yacht individua nuovi standard su facilità d’uso e praticità. Evitiamo il rumore, le emissioni nocive ed è quindi un passo importante verso la mobilità elettrica nel settore marittimo“

Finora la ricerca dei cantieri navali si è orientata soprattutto per soluzioni legate alla navigazione nelle acque interne, SolarImpact AG punta decisamente al mare:

“Dopo cinque anni di ricerche la visione di una nave/yacht da mare solare – si legge nel comunicato stampa aziendale – con un’estetica futuristica moderna è stato ora realizzato”.

In particolare il cantiere sottolinea la navigazione con mare mosso e con “onde alte diversi metri” ma dove l’imbarcazione “scivola quasi silenziosamente e senza oscillazioni“.

Sicuramente il nuovo prototipo della SolarImpact, non può essere definita una semplice barca, ma un super yacht di lusso!

Le Isole dei VIP

Le Isole dei VIP

Le isole di proprietà più belle delle celebrità  nel mondo

dI Marcela De Pietro (corrispondente da Buenos Aires)

 

Anche tu sogni una vacanza sull’isola? Egoista Magazine ti farà conoscere alcune delle più belle isole di celebrità di proprietà privata nel mondo!

Le vacanze in barca a vela sono favolose. Non c’è sensazione migliore che arrivare in un’isola pittoresca con spiagge di sabbia bianca e acque cristalline dopo una lunga giornata di navigazione.

Non c’è niente di peggio, però, che scoprire di non essere l’unico ad aver trovato quest’isola, e poi lottare per un metro quadrato di spazio sulla spiaggia.

A volte, invece di combattere la folla e i prezzi di alta stagione, vorremmo avere 10 milioni di riserva per acquistare la nostra isola esclusiva in cui ritirarci. Alcune delle più belle isole di celebrità nel mondo.

E questo è esattamente ciò che fanno i ricchi. Le celebrità possono andare in vacanza nelle destinazioni in barca a vela più romantiche del mondo, ma possono anche semplicemente acquistare il posto se lo desiderano.

Ti facciamo conoscere alcune delle più belle isole delle celebrità di proprietà privata.

Johnny Depp — Little Halls Pond Cay, Bahamas

Si dice che Jonny Depp si sia innamorato di questa splendida piccola isola delle Bahamas dopo aver girato sul posto per Pirati dei Caraibi. Secondo Forbes, Depp ha pagato ben 3,6 milioni di dollari per Little Halls Pond Cay. Ha chiamato due delle sue sei spiagge “Gonzo” e “Brando” in onore dei suoi mentori, Hunter S. Thompson e Marlon Brando. Chiama gli altri come i membri della sua famiglia. Dopo aver sposato la sua compagna, Amber Heard, nel febbraio di quest’anno, la coppia ha organizzato una sontuosa festa di matrimonio sull’isola. Depp ha parlato a Vanity Fair di questo piccolo angolo di paradiso, dicendo: “Non credo di aver mai visto un posto così puro e bello. Puoi sentire la tua frequenza cardiaca diminuire di circa 20 battiti. È una libertà istantanea”.

 

Pamela Anderson — Isola al largo della costa di Dubai

La maggior parte degli uomini acquista fiori quando sta cercando di riconquistare la propria donna, ma Tommy Lee ha ritenuto che l’acquisto di un’isola privata per la sua ex moglie Pamela Anderson avrebbe funzionato. Così, Anderson ha ricevuto in dono una bellissima isola al largo della costa di Dubai. Inizialmente, intendeva trasformare l’isola in un resort con un hotel ecologico, ma da allora non sono stati fatti progressi né si è parlato dell’argomento. Forse ha intenzione di tenere le spiagge tutte per sé – e non la biasimiamo!

 

 

Larry Ellison — Lanai, Hawaii

Con una ricchezza stimata di $ 46 miliardi, l’acquisto di un’isola alle Hawaii per $ 300 milioni non deve essere un gran schiaffo sul conto bancario. Ellison ha acquistato una quota del 97% di quest’isola di 140 metri quadrati dal miliardario David Murdock. Quando Ellison acquistò Lanai, rilevò quasi tutto, comprese le piccole attività locali – ristoranti, negozi di alimentari e gallerie d’arte – e alcune delle attività più grandi, tra cui due dei Four Seasons Hotels, due campi da golf, la piscina comunitaria, e un terzo delle abitazioni dell’isola. Lanai è la sesta isola più grande delle Hawaii, ma la sua popolazione è di soli 3.200 abitanti.

 

Shakira — Bonds Cay, Bahamas

Shakira ha deciso di acquistare questa splendida isola nel nord delle Bahamas con Roger Waters dei Pink Floyd e il cantante spagnolo Alejandro Sanz. Il Duo ha acquistato quest’isola da 16 milioni di dollari nel 2011, con l’intenzione di trasformarla in una destinazione di vacanza di lusso ecologica, a emissioni zero, progettata come una via di fuga per artisti di tutto il mondo. Bonds Cay si trova a poco più di 120 miglia al largo della costa della Florida e vanta 700 splendidi acri. Ha cinque spiagge, molte baie private, gallerie d’arte, hotel di lusso e tre laghi salati.

 

Leonardo Dicaprio — Blackadore Caye, Belize

Leonardo Dicaprio acquistò questa splendida isola nel Mar dei Caraibi nel 2005 per un fantastico $ 1,75 milioni. Blackadore Cay è grande 42 ettari e si trova proprio accanto alla bellissima barriera corallina al largo della costa del Belize. Essendo l’ambientalista che è (l’anno scorso ha donato 15 milioni di dollari a enti di beneficenza ambientali), Dicaprio ha in programma di trasformare quest’isola in un eco-resort, la cui apertura al pubblico è prevista per il 2018. Ha in programma di costruire un green hotel, una barriera corallina artificiale e migliorare l’habitat naturale dell’isola. Fortunati noi!

 

Eddie Murphy — Rooster Cay, Bahamas

Nessun novizio nel settore dell’isola privata, Rooster Cay è stato il secondo acquisto di Murphy. In precedenza possedeva un’altra isola delle Bahamas chiamata Pearl Cay, che era situata proprio accanto a Paradise Island. Dopo aver venduto Pearl Cay nel 2007, ha acquisito l’adorabile Rooster Cay, che secondo quanto riferito è costata $ 15 milioni. Con sei ettari di bellezza naturale incontaminata, Rooster Cay si trova proprio accanto a Nassau.

 

 

David Copperfield — Musha CayRicky Martin — Isola ad Angra dos Reis, Brasile

Le isole delle celebrità di Ricky Martin

Nel 2008, la pop star latina ha acquistato quest’isola per la sua famiglia per 8 milioni di dollari. L’isola privata di Martin si trova al largo della costa del Brasile, vicino all’elegante regione turistica delle isole Angra dos Reis. Si dice che questa dispersione di isole sia tra le più panoramiche dell’emisfero australe.

 

 

Richard Branson — Isola di Nekker, Isole Vergini britanniche

Il proprietario di Virgin e il magnate degli affari del Regno Unito hanno acquistato Nekker Island nel 1979 per un misero $ 180.000. Fino a quel momento, l’isola di Nekker era disabitata. Sin dal suo acquisto, ha ospitato ospiti come la Principessa Diana, Tony Blair e Nelson Mandela. Branson ha sviluppato l’isola privata con un tema balinese e può ospitare fino a 28 ospiti con spazio per yacht di lusso per l’ancoraggio al largo. Se non sei della stessa statura di questi ospiti famosi, tuttavia, affittare uno spazio su quest’isola ti costerà $ 15.000 al giorno. Branson afferma che i suoi ricordi più preziosi riguardano il tempo trascorso con la famiglia e gli amici a godersi le bellissime spiagge e la barriera corallina dell’isola di Nekker.

Continua a sognare, amici. Questo è tutto ciò che possiamo fare, giusto? Sbagliato! Possiamo noleggiare un motoscafo e salpare verso isole meravigliose in tutto il mondo! Trascorri l’inverno in un luogo caldo e noleggia uno yacht nelle migliori destinazioni di navigazione invernale del mondo.

Alberghi Extra Lusso – Comfort of Your Hotel

Alberghi Extra Lusso – Comfort of Your Hotel

Un’esperienza unica nel comfort della tua camera d’albergo

di Roberto Luongo

Design lussuoso, un menu esclusivo, personale in grado di anticipare i desideri di ogni ospite… Qualsiasi viaggiatore moderno degno di questo nome non si sorprende affatto. Se desideri un viaggio luminoso e indimenticabile, forse ti piacerebbe andare in un luogo dove vivere un’esperienza unica senza nemmeno uscire dall’hotel?

Ville nel deserto

L’Amangiri resort, situato nella parte meridionale dello Utah, offre l’opportunità di guardare le sabbie del deserto, guardare i tramonti e le albe con stupore, ammirare i paesaggi bizzarri e davvero cosmici dei canyon, trovare l’armonia spirituale vicino alle maestose montagne e all’infinito dune, e tutto senza doverti negare un servizio stravagante.

Questo resort di lusso è considerato un’oasi nel deserto: le ville e gli altri edifici sono costruiti sul territorio del Grand Escalante National Monument e sono stati costruiti con materiali naturali che si inseriscono perfettamente nel paesaggio circostante. La privacy è molto rispettata qui. Tuttavia, ogni villa ha il proprio patio e finestre panoramiche. Se lo desideri, puoi sentirti tutt’uno con la natura senza nemmeno uscire dalla tua stanza.

Palazzo del Lago

Gli amanti dellusso antico, della tecnologia moderna e delle esperienze straordinarie apprezzeranno sicuramente l’hotel Taj Lake Palace, che fa parte del Jag Niwas Palace. La struttura si trova su un’isola nel mezzo del lago Pichola nella città indiana di Udaipur.

Originariamente costruito nel 1746 in marmo bianco esotico, questo palazzo è l’ex sede della dinastia reale indiana di Mewar. Negli anni ’60 il palazzo divenne il primo hotel di lusso della città. Fin dalla sua apertura, Jacqueline Kennedy, Vivien Leigh, il re del Nepal, lo Scià dell’Iran, la regina Elisabetta britannica e molti altri ospiti famosi sono diventati mecenati di questa straordinaria struttura. Fino al 1971, l’hotel è stato gestito dall’attuale capo della dinastia reale, Maharana Mahendra Singh, per poi essere trasferito alla società indiana Taj Hotels. Gli interni del palazzo-hotel hanno mantenuto il lusso reale e la varietà di stili che si sono aggiunti all’opulenza dell’hotel nel corso dei secoli. 65 camere e 18 lussuose suite offrono splendide viste sul lago, sulle montagne e sul palazzo Jag Mandir, che si trova su un’altra isola. Si può anche vedere il bellissimo cortile dell’hotel, decorato con fontane e stagni artificiali. L’hotel offre trasferimenti in barca per gli ospiti e offre anche un vantaggio unico: il servizio termale Jiva durante una dolce crociera sul lago.

L’Hotel Taj Lake Palace è tradizionalmente incluso nelle liste dei migliori hotel del mondo. Nel 2019 si è classificato al terzo posto in The Best Hotels in the World, Conde Nast Traveller Reader’s Choice Award.

Tra i rami della giungla

Per gli amanti delle esperienze uniche, gli avventori che non sono estranei ai tour estremi e gli appassionati di ecoturismo, l’hotel Treehouse Lodge in Perù si trova nelle profondità della giungla amazzonica. 12 bungalow sono comodamente arroccati… in cima agli alberi, ad un’altezza da 10 a 22,8 m dal suolo, e sono collegati da ponti sospesi. Un soggiorno qui offre un’incredibile opportunità per osservare uccelli colorati, scimmie agili, bradipi, iguane e altri abitanti della giungla senza mai lasciare la tua stanza! Inoltre, i bungalow non hanno pareti di cui parlare, tranne alcune pareti divisorie in bambù e zanzariere, in modo che gli ospiti sperimentino di essere parte della natura nel senso più letterale. I servizi dei bungalow includono doccia e servizi igienici, ma non c’è acqua calda. Tuttavia, gli ospiti dell’hotel affermano che i panorami mozzafiato, le emozionanti escursioni con una guida personale, la pesca dei piranha e il nuoto con i delfini di fiume compensano questo lieve inconveniente.

Regno di ghiaccio

Un’esperienza indimenticabile attende chi non teme un po’ di freddo nei vari hotel che operano durante l’inverno nel nord Europa e in Canada. Questi palazzi dispongono di sale, gallerie, camere per gli ospiti, ristoranti e altri spazi pubblici, che vengono ricostruiti ogni anno dalla neve e dal ghiaccio. Ad esempio, il castello di ghiaccio del Lapland Hotels SnowVillage, che si trova in Finlandia ea circa 200 km dal Circolo Polare Artico, per la sua costruzione vengono utilizzati circa 20 milioni di kg di neve e 350.000 kg di puro ghiaccio naturale. Nel frattempo, l’unico hotel di ghiaccio del Nord America, l’Hotel de Glace, situato vicino al Quebec (Canada), richiede circa 30 milioni di kg di neve e 500.000 kg di ghiaccio per la sua costruzione. La temperatura interna è mantenuta nell’intervallo da 0 a -5 gradi Celsius. Non sorprende che anche tutti i mobili interni siano fatti di neve e ghiaccio e sei invitato a dormire su un letto di ghiaccio! Ma non sgomentare, a ogni ospite viene fornito un sacco a pelo e copriletti caldi e accoglienti. Le docce e i bagni si trovano in edifici riscaldati accanto al palazzo del ghiaccio. Nell’Hotel de Glace canadese, alcune camere sono dotate di caminetti appositamente progettati per l’hotel di ghiaccio. Coloro che amano il forte contrasto sono invitati a visitare il centro termale invernale, che dispone di vasche idromassaggio all’aperto d’inverno.

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A Unique Experience in the Comfort of Your Hotel Room

Luxurious design, an exclusive menu, staff that’s able to anticipate the wishes of each guest… Any modern traveler worth their salt is hardly surprised by any of this. If you want a bright and unforgettable trip, maybe you would like to go to a place where you can get a unique experience without even leaving the hotel?

Desert Villas

The Amangiri resort, located in the southern part of Utah, offers an opportunity to gaze upon the desert sands, watch the sunsets and sunrises in awe, admires the bizarre and truly cosmic landscapes of the canyons, find spiritual harmony near the majestic mountains and endless dunes, and all without having to deny yourself extravagant service.

This luxury resort is considered an oasis in the desert: the villas and other buildings are built on the territory of the Grand Escalante National Monument and were built from natural materials that fit seamlessly into the surrounding landscape. Privacy is highly respected here. However, each villa has its own patio and panoramic windows. If you wish, you can feel one with nature without even leaving your room.

Lake Palace

Lovers of antique luxury, modern technology, and extraordinary experiences will surely love the hotel Taj Lake Palace, which is a part of the Jag Niwas Palace. The property is located on an island in the middle of Lake Pichola in the Indian city of Udaipur.

Originally constructed in 1746 out of exotic white marble, this palace is the former seat of the Indian royal dynasty of Mewar. In the 1960s, the palace became the first luxury hotel in the city. Since its opening, Jacqueline Kennedy, Vivien Leigh, the King of Nepal, the Shah of Iran, the British Queen Elizabeth, and many other famous guests have become patrons of this amazing establishment. Until 1971, the hotel was managed by the current head of the royal dynasty, Maharana Mahendra Singh, and then transferred to the Indian company Taj Hotels. The interiors of the palace-hotel have retained the royal luxury and variety of styles that have added to the hotel’s opulence over several centuries. 65 rooms and 18 luxurious suites offer amazing views of the lake, mountains, and the palace Jag Mandir, which is located on another island. The hotel’s beautiful courtyard, decorated with fountains and artificial ponds can also be seen. The hotel provides boat transfers for guests and also offers a unique perk – Jiva spa service while gently cruising on the lake.

Hotel Taj Lake Palace is traditionally included in the lists of the best hotels in the world. In 2019, it was ranked third in The Best Hotels in the World, Conde Nast Traveler Reader’s Choice Award.

Among the Branches of the Jungle

For lovers of unique experiences, patrons who aren’t strangers to extreme tours, and ecotourism fans – the Treehouse Lodge hotel in Peru is situated in the depths of the Amazon jungle. 12 bungalow houses are conveniently perched… atop trees, at a height of 10 to 22.8 m above the ground, and are connected by suspension bridges. A stay here offers an amazing opportunity to watch colorful birds, nimble monkeys, sloths, iguanas, and other jungle inhabitants without ever leaving your room! Moreover, the bungalows have no walls to speak of, sans some bamboo partitions and mosquito nets, so that the guests experience being a part of nature in the most literal sense. The bungalows’ amenities include a shower and toilet, but there is no hot water. However, the hotel guests say that the breathtaking views, exciting excursions with a personal guide, fishing for piranhas, and swimming with river dolphins more than make up for this slight inconvenience.

Ice Kingdom

An unforgettable experience is waiting for those who aren’t afraid of a little cold at the various hotels that operate during the winter in northern Europe and Canada. These palaces feature halls, galleries, guest rooms, restaurants, and other public spaces, that are rebuilt every year from snow and ice. For example, the Lapland Hotels SnowVillage ice castle, which is located in Finland and roughly 200 km from the Arctic Circle, about 20 million kg of snow and 350,000 kg of pure natural ice are used annually in its construction. Meanwhile, the only ice hotel in North America, the Hotel de Glace, located near Quebec (Canada), requires about 30 million kg of snow and 500,000 kg of ice for its construction. The indoor temperature is kept in the range of 0 to -5 degrees Celsius. Unsurprisingly, all the indoor furniture is also made of snow and ice, and you are invited to sleep on an ice bed! But don’t dismay, each guest is provided a sleeping bag and warm, cozy bedspreads. The showers and bathrooms are located in warmed buildings next to the ice palace. In the Canadian Hotel de Glace, some of the rooms have fireplaces that were specially designed for the ice hotel. Those who are fond of sharp contrast are invited to visit the winter spa, which features hot tubs in the open winter air. Out of concern for the guests’ health, the hotels’ creators do not recommend spending more than one consecutive night in the ice rooms.

For those wishing to visit an ice palace during the warm seasons, you are more than welcome in the Swedish Icehotel, which is located in the village of Jukkasjärvi. Famous designers and ice sculpture masters from all over the world annually take part in the creation of the decoration of the rooms and public spaces in the Icehotel. There is even a functioning ice church, where about 140 couples get married every winter and up to 20 children are baptized annually. Family events that take place in such a unique environment will surely be remembered for life.

 

 

Alta Gioielleria

Alta Gioielleria

di Cristina Colonna Ravazzi

Il raccolto palazzetto di città dove anche Leonardo da Vinci alloggiava mentre dipingeva il Cenacolo è diventato la casa incantata di quindici manichini candidi e con occhi di Swarovski che hanno dato vita a piccoli quadri di vita domestica.

Abiti Haute Couture (di ChanelGivenchyArmani Privé e Valentino per citarne solo alcuni) e gioielli “one off” firmati dai migliori brand del mondo (Cartier, Boucheron, Van Cleef&Arpels, Tiffany, Mikimoto etc.) per un concerto d’arpa o una cena di mezzanotte, una conversazione al caminetto o un momento di concentrazione alla scrivania.

 

Una impercettibile ma focalizzata illuminotecnica messa a punto, valorizzava il potere ipnotico delle pietre preziose, la luce delle perle, lo scintillio dei diamanti, i dettagli sartoriali di abiti che raramente si ha l’occasione di vedere da vicino. Anche per salire a bordo della Maserati parcheggiata nel chiostro i manichini indossavano abiti da sogno creati dal team di Magia 2000.

Per vedere questo spettacolo hanno sfidato la pioggia il chairman di Condé Nast International Jonathan Newhouse, il direttore del magazine Franca Sozzani, Matteo Marzotto, Carine Roitfeld, le top model Eva Riccobono e Bianca Balti, la conduttrice televisiva Filippa Lagerback, il designer di accessori Giuseppe Zanotti. Ma anche, naturalmente, Giorgio Nicola della gioielleria Cusi e i fratelli Pennisi della storica boutique milanese, il direttore della boutique Van Cleef & Arpels Andrea Tripodo, i titolari dei più noti brand italiani di gioielleria come Pilar Coin di Roberto Coin, Andrea Broggian di Mimì, Laura Bicego di Nanis e moltissimi altri.