LVMH investe su talenti Italiani

LVMH investe su talenti Italiani

 

Per mestieri eccellenza 30.000 nuovi posti entro 2024 nel mondo

Il gruppo del lusso Lvmh investe sui talenti dei mestieri d’eccellenza, tra creatività, artigianato e vendita, annunciando oltre 2.000 assunzioni in Italia entro 3 anni in questi settori, e un piano a livello globale da 8.000 nuovi posti nel 2022 e 30.000 entro il 2024, dopo che nel 2021, sempre a livello mondiale, ne sono stati creati 6.000.

Lo ha detto Chantal Gaemperle, direttrice risorse umane e sinergie del gruppo, parlando oggi a Show Me al Teatro Odeon, organizzato da Lvmh per celebrare il progetto Istituto dei mestieri d’eccellenza, fondato nel 2014 e dal 2017 attivo anche in Italia : 34 programmi di formazione per 27 mestieri e 39 maison partner in 6 paesi del mondo (1400 gli apprendisti dall’anno di fondazione, di cui il 72% donne).

 

Grazie a questo progetto in Italia, dal 2017 ad oggi, sono stati formati 300 apprendisti, e nel 2022 sono attesi 80 nuovi talenti.
    “In Italia come in tutti i nostri paesi culla dei savoir-faire è urgente rendere attraenti i nostri mestieri d’eccellenza.
    Mancheranno quasi 50.000 mila professionisti in Italia nel settore moda e pelletteria, secondo i dati di Altagamma. Sempre in Italia il tasso di disoccupazione giovanile è del 30%, perciò è urgente far conoscere questi mestieri – ha detto Gaemperle -.
    Dunque il gruppo Lvmh prevede oltre 2000 nuove assunzioni in Italia entro 3 anni in questi campi”. Ma il progetto riguarda tutto il mondo: il gruppo, che ha investito 4 milioni di euro in formazione nel 2020, prevede 8000 assunzioni nel 2022 e 30.000 entro il 2024 nel mondo. “Malgrado la crisi abbiamo mantenuto gli impegni, quest’anno è stato un anno record in cui abbiamo accolto 300 apprendisti nel mondo – ha continuato – ma non ci fermeremo qui, continueremo ad investire. Infatti abbiamo creato una carta per l’impegno nei mestieri di eccellenza”. Si tratta del patto We for me (Worldwide engagements for metiers d’excellence) firmato dalle 75 maison del gruppo per il lancio di una serie di iniziative, tra cui il programma Excellent, al via da quest’anno in Francia e implementato in Italia dal 2022, per sensibilizzare i più giovani e spingerli a scegliere questi mestieri. Ma anche il programma Les Virtuoses Lvmh il cui scopo è individuare i più meritevoli nella propria disciplina (finora sono stati identificati 67 talenti, di cui 17 in Italia).
    Soltanto in Italia il gruppo conta 6000 collaboratori che svolgono queste professioni di savoir-faire, divisi fra 7 Maison, 246 boutique, 30 siti di produzione locali e una rete di 5000 fornitori e appaltatori, per un totale di 100.000 persone che lavorano indirettamente su questo territorio. Tra i siti di produzione c’è anche la nuova Fendi Factory, uno stabilimento da 13.000 mq a Bagno a Ripoli, che aprirà a settembre 2022.

Alta Gioielleria

Alta Gioielleria

di Cristina Colonna Ravazzi

Il raccolto palazzetto di città dove anche Leonardo da Vinci alloggiava mentre dipingeva il Cenacolo è diventato la casa incantata di quindici manichini candidi e con occhi di Swarovski che hanno dato vita a piccoli quadri di vita domestica.

Abiti Haute Couture (di ChanelGivenchyArmani Privé e Valentino per citarne solo alcuni) e gioielli “one off” firmati dai migliori brand del mondo (Cartier, Boucheron, Van Cleef&Arpels, Tiffany, Mikimoto etc.) per un concerto d’arpa o una cena di mezzanotte, una conversazione al caminetto o un momento di concentrazione alla scrivania.

 

Una impercettibile ma focalizzata illuminotecnica messa a punto, valorizzava il potere ipnotico delle pietre preziose, la luce delle perle, lo scintillio dei diamanti, i dettagli sartoriali di abiti che raramente si ha l’occasione di vedere da vicino. Anche per salire a bordo della Maserati parcheggiata nel chiostro i manichini indossavano abiti da sogno creati dal team di Magia 2000.

Per vedere questo spettacolo hanno sfidato la pioggia il chairman di Condé Nast International Jonathan Newhouse, il direttore del magazine Franca Sozzani, Matteo Marzotto, Carine Roitfeld, le top model Eva Riccobono e Bianca Balti, la conduttrice televisiva Filippa Lagerback, il designer di accessori Giuseppe Zanotti. Ma anche, naturalmente, Giorgio Nicola della gioielleria Cusi e i fratelli Pennisi della storica boutique milanese, il direttore della boutique Van Cleef & Arpels Andrea Tripodo, i titolari dei più noti brand italiani di gioielleria come Pilar Coin di Roberto Coin, Andrea Broggian di Mimì, Laura Bicego di Nanis e moltissimi altri.

     

Valentino è tornato a Roma come negli anni ‘90

Valentino è tornato a Roma come negli anni ‘90

Lo show fashion di Valentino riporta l’alta moda sulle scale di Piazza di Spagna con uno show spettacolare ed emotivo.

di Franco Gualtieri

«La donna Valentino!». Il frame, che in questi giorni è rimbalzato ovunque sui social, viene da Donna sotto le stelle, un programma che nel 1992 andava in onda su Rai1 e che, pur con lo stile roboante della tv di quegli anni, dal 1986 dava uno spazio in prima serata alle collezioni di alta moda, cosa mai più successa nella tv italiana. Dal 1993, con il passaggio su Canale5, Donna sotto le stelle si aprirà anche al prêt-à-porter, fino alla definitiva chiusura nel 2003. I video sgranati di quelle serate, e le sfilate che si sono svolte sulla scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna, nel centro turistico di Roma, sono piccoli grandi vezzi per gli appassionati, ricordi registrati di un’epoca che in molti non abbiamo vissuto, ma che abbiamo visto passare in replica sulle nostre tv.

 

 

 

   Tra il partere di Donna sotto le stelle – o meglio, dietro le transenne – c’era anche Pierpaolo Piccioli, quando ancora era uno studente e quando ancora l’idea che un giorno potesse trovarsi alla guida di Valentino era solo nella sua testa. Invece in quel marchio Piccioli ci passerà ventitré anni della sua vita, gli ultimi sei dei quali alla direzione creativa, anni in cui ha riscritto moltissime volte il significato di Valentino: prima nella sua testa, appunto, e poi nell’immaginario collettivo. Così venerdì 8 luglio Valentino, le storie che si porta dietro e quelle che vuole ancora raccontare, è tornato a sfilare su quella scalinata mitologica, con uno show che ha riportato la moda in una città che di moda è anche vissuta, ma che sembra essersene dimenticata. I 102 look che si sono succeduti con studiata lentezza, accompagnati dalla voce limpida di Labrinth, sulla lunghissima passerella naturale che è Roma, erano il compendio di quello che Valentino è per Piccioli, ma anche un po’ per chiunque abbia reclamato un pezzo di questo marchio storico. C’era infatti il rosso, c’erano il bianco e il nero, c’erano le cappe fluide e i lampi fluo distribuiti su gonne, giacche e soprabiti, c’era il Pink della collezione Autunno Inverno 2022, c’erano modelle di tutte le taglie e provenienza, c’erano le tante forme che la moda di Piccioli può prendere: abito fluido che abbraccia il corpo, copricapo di piume che ingigantisce la silhouette, maschera glitterata che confonde i connotati.

La “donna Valentino”, nel 2022, è molto diversa da quella che nel 1992 vedevamo passare sulle nostre tv, ma anche da molta couture che abbiamo visto in questi giorni. Se infatti un buon numero di marchi di alta moda, per motivi che hanno molto a che fare con l’economia post Covid, hanno cementificato il loro immaginario conservatore (basta pensare a Chanel), Pierpaolo Piccioli continua invece a mantenere Valentino in perenne tensione, nella costante ricerca della bellezza e delle sue molteplici forme. Si tratta di abiti per loro natura elitari, certo, come ha dimostrato la passerella finale di tutto l’atelier: per crearli ci vogliono tante persone e tanto talento, conoscenza, ci vuole infine capacità immaginifica di superare i limiti della tridimensionalità, visto che «l’ artigianalità dell’alta moda cita la pratica artistica, anche senza volersi identificare con essa», come ha scritto Piccioli nella lettera che accompagnava le note dello show. Ma sono anche abiti che, da Trinità dei Monti all’atelier di Piazza Mignanelli, possono regalare un momento di bellezza per tutti, compresi gli studenti che erano presenti alla sfilata e che Piccioli ha voluto apposta portare al di qua delle transenne. Perché chissà cosa c’è nelle loro, di teste.

Rossella Brescia testimonial della Maison di alta gioielleria Il Diamante

Rossella Brescia testimonial della Maison di alta gioielleria Il Diamante

Sergio Ferroni

La Maison di alta gioielleria Il Diamante e Rossella Brescia hanno siglato una partnership ad alto tasso di raffinatezza. Maurizio Martone founder de Il Diamante spiega il perché di questa collaborazione:  “Rossella passa con disinvoltura dal teatro alla radio, dalla danza alla televisione ed ogni volta lo fa con competenza e serietà. Proprio come noi ama il suo lavoro e cerca la perfezione”.  Roberta Bardon, CEO dell’azienda, sottolinea:  “Stile, eleganza, etica e professionalità sono qualità che ci accomunano. È stato quindi naturale per noi immaginarla come testimonial”.

Fondato a Valenza nel 1995, grazie alla sua expertise Il Diamante è da anni partner produttivo dei più prestigiosi marchi del settore in Italia e all’estero e da due anni firma linee proprie che lo hanno fatto conoscere sia nell’ambito delle fiere nazionali ed estere sia ad una clientela finale che cerca gioielli unici e inimitabili. “Il Diamante ha un twist contemporaneo e, proprio come me, è versatile. Per questo anche i gioielli con un design più ricercato sono perfetti in qualsiasi occasione” sottolinea Rossella Brescia che è stata conquistata dallo stile esclusivo e raffinato del brand. La Maison unisce infatti know-how, maestria, precisione e creatività, come dimostrano le 20 linee che includono anche due brevetti esclusivi: il 4D e la personalizzazione.  La proprietà crede nei giovani e nella ricerca, non a caso Maurizio Martone è stato il primo insegnante in Italia di microincassatura, e punta sulla formazione costante del personale. La sede, in fase di ampliamento, sta investendo importanti risorse per diventare un’azienda a basso impatto ambientale ed entro fine anno si comporrà sia di uno stabilimento che affiancherà l’artigianalità alla tecnologia più innovativa sia di un moderno showroom per accogliere la clientela italiana e internazionale. La Maison inoltre vanta la certificazione Responsible Jewellery Council, la più importante del settore orafo, per cui nel rispetto dei diritti umani e ambientali seleziona catene di approvvigionamento e filiere di produzione regolamentate. A proposito di questi temi Rossella Brescia ricorda:  “Completamente made in Italy,  Il Diamante sa unire estetica ed etica. L’aspetto etico per me è un valore imprescindibile che fa la differenza. Nell’alta gioielleria come nella vita”.

 

Credits – Ph: Marco Barbaro – MUA: Anna Di Florio – Hairstylist: Nicola Botta – Styling: Miriam Marazziti

 

Vittorio Camaiani trionfa con la collezione Viaggio con Hemingway alla Galleria del Cardinale Colonna

Vittorio Camaiani trionfa con la collezione Viaggio con Hemingway alla Galleria del Cardinale Colonna

Foto Cover: Paola Mainetti – Elena Parmegiani – Lucrezia Lante della Rovere – Vittorio Camaiani – Eliana Miglio – Raffaella Paleari e modelle

 Grande successo per la sfilata Vittorio Camaiani che ha scelto la Galleria del Cardinale Colonna per la presentazione della nuova collezione Primavera/Estate 2022 ispirata ad Ernest Hemingway ed ai suoi viaggi. Il celebre couturier marchigiano è ormai di casa nello storico palazzo capitolino, che per l’occasione ha aperto per la prima volta le porte della settecentesca e maestosa Galleria del Cardinale Colonna nella sua rinnovata gestione. Per la prestigiosa occasione Elena Parmegiani, Direttore Eventi della Galleria del Cardinale Colonna, già Direttore della Coffee House di Palazzo Colonna e giornalista di moda e costume, ha presentato la sfilata animata da trecento personalità dell’arte, dello spettacolo e del cinema.

Siamo abituati a raccontare le collezioni di Vittorio Camaiani ispirate ai suoi viaggi di cui ha di volta in volta tradotto su tessuto luci, colori e atmosfere. Con questa collezione SS 2022 lo stilista intraprende un viaggio immaginario a confronto con un mito universale della letteratura: Ernest Hemingway. Sono le immagini viste, vissute e magistralmente descritte nelle sue opere a partire dai luoghi culto dello scrittore americano ad ispirare la nuova collezione di Vittorio Camaiani. È dunque un viaggio “attraverso lo sguardo di Hemingway” che porta su tessuto luoghi iconici come Cuba e l’Africa. In questa che è forse la collezione più lineare di Camaiani, si intrecciano continuamente da mattina a sera suggestioni che evocano questi luoghi, come i colori della parte giorno della collezione. La palette cromatica vira in un susseguirsi di giallo, verde, azzurro e rosso trasferiti su jeans, lini e cotoni fanno pensare alle pareti e alle finestre delle case de L’Avana e alle lussureggianti palme dell’isola. Battimani per la camicia-Pilar invece trae le sue forme geometriche dalle vele dell’omonimo veliero dello scrittore e porta con sè un senso caro allo stilista, ovvero il viaggiare con la mente attraverso un capo di abbigliamento. Il viaggio invero continua verso altri orizzonti con la parte di collezione dedicata all’Africa, altro paese di Hemingway, con sahariane ricamate a mano con figure di animali esotici e il gilet-cartucciera da safari da cui fuoriescono però cuori ricamati e con il completo-luna che evoca suggestive notti sulla savana.

È una collezione dalle linee rigorose e quasi maschili che omaggiano lo stile inconfondibile dello scrittore, adattato però al corpo femminile attraverso l’uso sapiente dei tessuti che quasi si appoggiano al corpo. Applausi al completo camicia-pantaloni bianchi in seta burette decorati dalla catena dell’orologio dello scrittore evoca lo stile Anni Trenta che ritroviamo in molti suoi scatti d’epoca. O la gonna-tasca che sembra nascere direttamente da una sua giacca.

Per la parte sera della collezione, che lo stilista ha definito “Quasi Sera” pensando al momento del crepuscolo sugli orizzonti esotici di Hemingway, i capi si costruiscono su un alternarsi di seta pesante e seta operata come un principe di Galles, altro omaggio allo stile dello scrittore. E ancora le tute in georgette di seta a stampa giraffa. O l’abito chemisier in organza a fantasia zebra costruito come una sahariana lunga fino alla caviglia, infine la sposa firmata Camaiani ha emozionato il folto pubblico in sala.

I cappelli disegnati da Vittorio Camaiani e realizzati da Jommi Demetrio di Montappone, famoso distretto italiano della produzione di copricapi, sono a falda larga a trama aperta per la parte dedicata a Cuba, di linea più classica per la parte dedicata all’Africa.

Per le scarpe, come sempre curate da Lella Baldi di Fermo, le proposte vanno dai sandali bassi per la parte dedicata a Cuba, poi allacciate bicolore di linea maschile per la parte dedicata all’Africa.

Per la parte notte sandali a colore o a contrasto.

In linea con la raffinatezza della collezione gli chignon magistralmente eseguiti dalla Compagnia della Bellezza ed il trucco diretto in maniera impeccabile dalla make-up artist Viviana Ramassotto. Ad impreziosire l’allestimento della sfilata le piante esotiche della flower designer Maria Luisa Rocchi che richiamano l’atmosfera di Cuba e L’Avana e che incorniciano la raffinata couture di Camaiani. L’evento ha goduto del patrocinio della Città di San Benedetto del Tronto, splendida località balneare marchigiana famosa per la bellezza del suo lungomare ricco di sculture, giardini e opere d’arte e per le numerose ville in stile liberty che adornano questo magico luogo. Tra gli ospiti vip intervenuti: Lucrezia Lante Della Rovere, Ilaria Genatiempo, Eliana Miglio, Raffaella Paleari e Romeo Ubaldo Plastina. Il Principe Ascanio Colonna con la sua Elena Cardino e Guglielmo Giovanelli con la consorte Vittoria e Alessandro Arborio Mella di Sant’Elia console onorario del Qazaqstan. Ed ancora la Principessa Maria Pia Ruspoli, l’artista bulgaro Ilian Rachov. Lo stilista astrologo Massimo Bomba con Giulio Gorga e Giovanna Pirandello. Ed ancora Graziano Scarabicchi, Howard Ross, Camilla Petrocelli e Sofia Taglioni. Sergio Valente, Antonio Quattromani, make up artist, che interviene con Maria Rosaria Omaggio, l’influencer Kate Cavaliere e Nela Lucic. Ad ammirare le creazioni di Camaiani accorrono anche il Sindaco di San Benedetto del Tronto Antonio Spazzafumo, Donna Paola Mainetti, lo storico dell’arte Vittorio Maria De Bonis, Chiara Anguissola, Ulisse Borgia.

Elena Parmegiani

Anya Taylor-Joy: quella preziosissima collana lunga Tiffany & Co. indossata sulla schiena. La scollatura dell’abito Dior è stata impreziosita da una lunga collana di Tiffany & Co. disegnata da Elsa Peretti.

Anya Taylor-Joy: quella preziosissima collana lunga Tiffany & Co. indossata sulla schiena. La scollatura dell’abito Dior è stata impreziosita da una lunga collana di Tiffany & Co. disegnata da Elsa Peretti.

Anya Taylor-Joy continua a stupirci con i suoi red carpet caratterizzati da meravigliosi abiti colorati, spesso illuminati dai gioielli Tiffany & Co.. Agli Emmy Awards 2021 ha sfoggiato un abito Dior Haute Couture di raso color crema con stola giallo limone, look caratterizzato da uno strascico e un’importante scollatura sulla schiena. Ed è proprio lì dietro, dove si vede la pelle color madreperla, che si nota ciondolare la lunga collana di diamanti scelta per adornare la star. La protagonista della serie tv La Regina degli scacchi ha infatti fornito una preziosa lezione di stile su come scegliere i gioielli per adornare il corpo, stupendo non solo con i diamanti ma anche con l’effetto sorpresa. La moda d’indossare la lunga collana sulla schiena non è però nuova, ma risale a un secolo fa, quando i sautoir lunghissimi venivano portati liberi sulla silhouette, muovendosi a ritmo di jazz. Le dive hanno invece trasformato questa gestualità in un escamotage per adornarsi di preziosi per mostrare scollature importanti. Per l’occasione Anya Taylor-Joy ha scelto due collane di platino di Elsa Peretti della collezione Diamonds by the Yard di Tiffany & Co., catene fluide e raffinate e definite da diamanti montati a castone; per completare il look ha sfoggiato orecchini di diamanti a forma di stella, un braccialetto di zaffiri gialli e diamanti baguette della collezione Blue Book Collection, infine l’anello con zaffiro giallo da oltre 17 carati e uno a tema floreale, tutto della nota maison.

Roberto Luongo