Tutto sul fenomeno del lusso, la tendenza dell’Estate 2023

Tutto sul fenomeno del lusso, la tendenza dell’Estate 2023

Nella moda, si fa spazio una nuova idea di lusso, che al massimalismo di chiassosi loghi e motivi opulenti, predilige sobrietà e artigianalità

di Julieta Sartori

Quest’anno discrezione, ma con qualcosa in più. L’estetica riduzionista che rifugge lo scintillio farlocco e il glamour glitterato. Il registro espressivo sobrio, pacato, eppure deluxe. Nei Novanta era in, nei 2000 un po’ meno, oggi di nuovo in, rivestito di termine ad hoc: quiet luxury. Il lusso sussurrato, che ai loghi cafoni preferisce i materiali di pregio, e al decorativismo kitsch, la manifattura silenziosa ma di qualità. Un neo-minimalismo fatto di semplicità e linee nette, pochi colori feticcio a comporre la tavolozza: beige, cammello, cipria, e immancabili bianco e nero. Triste? Rigoroso? Niente affatto. Il nuovo lusso è l’epitome assoluta del cool: sono le ballerine elastiche di The Row e le borse intrecciate di Bottega Veneta, le giacche strutturate di Khaite e i cappotti avvolgenti di Max Mara. Insomma è il prodotto che vince sul logo e il codice stilistico sul trend passeggero. Perché se ne torna a parlare? Per l’estrema popolarità di alcune maison, e per un intrigo di moda e pop culture che ha riportato in auge il termine “lusso” come sinonimo di tradizione, artigianalità e robustezza.

Succession, acclamata serie HBO disponibile dal 3 aprile su Sky e Now, c’è una scena che è perfetto esempio di pubblicità al contrario. Una maxi shopper Burberry, stampata nell’iconico motivo check, è balzata in cima alle ricerche degli utenti proprio grazie alla serie americana. L’accessorio è oggetto dell’ironia pungente di Tom Wambsgans (l’attore Matthew Macfadyen) che lo etichetta come “mostruoso, gigantesco”, un portatutto XL con cui “campeggiare”, o in cui, addirittura, “ficcare il bottino dopo una rapina in banca”. Il perché della tagliente battuta è presto detto: la tote bag, dal design immediatamente riconducibile alla casa di moda inglese, è pacchiana, la nota stonata nell’ambiente di lusso discreto dei protagonisti della serie, un oggetto poco chic che identifica immediatamente la sua indossatrice come un’intrusa. In Succession, in effetti, a vincere è proprio il quiet luxury, una sequela di completi, camicie, maglioni e t-shirt assolutamente anonimi, non fosse per i nomi delle etichette che portano: Loro Piana, The Row, Max Mara, Gabriela Hearst e Proenza Schouler. Insomma il Gotha del lusso riservato, che ripudia loghi, branding e, appunto, pattern.

The Row, il brand americano delle sorelle Olsen, è parte integrante del guardaroba da udienza di Gwyneth Paltrow. Se bazzicate i social network (e chi non lo fa), è possibile che vi siate imbattuti nei molteplici meme d’ordinanza che nascono come funghi a corredo dei processi delle star hollywoodiane. Al di là degli occhiali da vista aviator che hanno visto l’attrice paragonata al serial killer Jeffrey Dahmer, ciò che colpisce è la processione modaiola super-stilosa, condotta dalla Paltrow a ritmo di less is more. Per difendersi dall’accusa di aver provocato un incidente sulle piste da sci dello Utah, la super star sfodera in tribunale ensemble sobri ma griffatissimi: un capotto dall’accento military firmato The Row così come la camicia a righe indossata sotto al blazer in velluto doppiopetto, anfibi Prada e Celine, e una carrellata di nuance neutre che più neutre non si può, declinate in completi giacca pantalone o cardigan dai bottoni a contrasto. Un défilé di quiet luxuryuna selezione di basici elevati al rango di super-lusso, pur scevri di fronzoli e orpelli.

Pantaloni con la riga e un tank top bianco, di quelli semplici, a costine fini e spalline sottili, mica chissà che. Agganciata alla spalla, una maxi shopper in cuoio intrecciato bordeaux. Look acqua e sapone e via. L’esempio più calzante per raccontare il quiet luxury, per lo meno quello italiano, è questo qui; l’insieme visto sfilare sulla passerella di Bottega Veneta per la Primavera Estate 2023, quello ingannevole dove tutto pare stoffa eppure (quasi) niente lo è. Matthieu Blazy, alla guida creativa della maison dal 2021, sfrutta lo storico savoir-faire del brand nella pelletteria per dei set che nascondono segreti da rivelare solo al tatto. Nessun ricorso a loghi o monogrammi, solo un gioco illusorio e quanto mai sofisticato. Un’apparente normalità che, sottendendo materiali di pregio e artigianalità, si fa cifra stilistica silenziosa eppure immediatamente riconoscibile.

Le paladine del minimalismo di qualità a stelle e strisce sono, invece, Mary-Kate e Ashley Olsen, le sorelle a capo di The Row, che hanno fatto dell’estetica del grado zero il loro distintivo marchio di fabbrica, guadagnandosi negli anni una platea di adepte accomunate dal rifiuto di ogni forma di orpello e decorazione. Bianchi e neri e poi neri e bianchi. Tagli semplici e un tailoring così perfetto da risultare a tratti monacale. Un sottinteso di alta qualità e una sottrazione radicale che è simbolo di un lusso esagerato seppur nascosto. Una dottrina della riduzione nel nome della quale si confezionano abiti destinati a non soggiacere alle regole dei trend e che rendono The Row, tra i marchi più interessanti del panorama extra-europeo.

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Ma al di là di questi due celebri esempi, sono molti i brand, italiani e non, a poter essere inseriti all’interno del drappello dei “lussuosi con garbo”: i già citati Max MaraLoro PianaGabriela Hearst e Proenza Schouler, ma anche Brioni e Brunello CucinelliJil Sander, Peter Do e Khaite. Marchi che compongono un guardaroba classico nel senso più alto del termine; versatile e desiderabile, anche senza un di più.

Perché “il lusso non dimora nella ricchezza e negli ornamenti, ma nell’assenza di volgarità”, sosteneva l’acuta Coco Chanel. Ecco, sulla ricchezza abbiamo qualche dubbio, perché sarà pure “tranquillo” ma sempre lusso è. E da che mondo e mondo, la qualità si paga e anche a caro prezzo. Forse è meglio l’adagio di Irene Brin che riteneva l’abbondanza augurabile solo a qualcuno: a chi sapesse dissimularla.

Miranda Kerr: La supermodella veterana alla base di uno dei primi marchi di bellezza di celebrità

Miranda Kerr: La supermodella veterana alla base di uno dei primi marchi di bellezza di celebrità

Di Anna Solomon

L’EX-ANGELO FORNISCE A LUXURY LONDON TUTTI I DETTAGLI SU COME MANTIENE LA SUA SALUTE FISICA E MENTALE MENTRE GESTISCE UNA LINEA DI CURA DELLA PELLE BIOLOGICA

I marchi di bellezza delle celebrità sono ormai all’ordine del giorno: Rhode di Hailey Bieber, Kylie Cosmetics di Kylie Jenner, Florence by Mills di Millie Bobby Brown… Sono diventati praticamente un rito di passaggio per i ricchi e famosi, al punto che è diventato necessario fare ricerche per distinguere il grano autentico del progetto appassionato dalla paglia cinica e veloce.

Non è sempre stato così. Quando Miranda Kerr, ora 40enne, ha avviato il suo marchio di cura della pelle, Kora Organics, era una sorta di pioniera. Non c’era una pipeline da influencer a imprenditore all’epoca; la nativa australiana ha forgiato il proprio percorso.

L’epoca di Kerr era prima dell’Instagram ‘It Girl’: ha iniziato a fare la modella quando un amico l’ha iscritta a un concorso di una rivista per adolescenti a 13 anni. Kerr era impegnata a guidare motociclette nella fattoria di famiglia a Gunnedah, New South Wales, e non sognava che questo la avrebbe avviata verso la fama mondiale. È diventata un nome familiare nel 2007, quando è stata reclutata nel roster di Angels di Victoria’s Secret. Il viso a forma di cuore e lo sguardo dolce di Kerr le hanno fatto ottenere lavoro dopo lavoro; oltre a VS, ha sfilato per Louis Vuitton, Prada, Chanel e Christian Dior ed è apparsa sulla copertina praticamente di tutte le principali riviste di moda. Kerr ha sposato Orlando Bloom nel 2010, cementando il suo posto nel panorama culturale del decennio.

Kerr ha lanciato Kora Organics sin dall’inizio della sua carriera. Nel 2009, per la precisione, quasi un decennio prima che Fenty Beauty di Rihanna decretasse una corsa globale dei marchi di celebrità. La longevità del progetto parla da sola; Kerr ha navigato la vita come modella, imprenditrice, filantropa e poliedrica donna d’affari da allora. Il successo di Kora Organics, a mio modesto parere, risiede nella sua autenticità. Kerr si è interessata a ciò che mettiamo nel nostro corpo fin dall’età di 16 anni, quando sua madre è stata diagnosticata con il cancro. Anche se il suo percorso l’ha portata nel mondo delle passerelle e dei fotografi, ha ottenuto la sua certificazione come consulente per la salute e ha finanziato con i suoi soldi una linea di cura della pelle completamente biologica al 100%. Kerr è anche una appassionata del benessere che giura per tutto, dalla yoga e la meditazione alle affermazioni e la guarigione con i cristalli. Questo, dice lei, le aiuta a conciliare i doppi ruoli di magnate e madre (condivide un figlio con Bloom e ne ha altri due con il suo attuale marito, il CEO di Snapchat Evan Spiegel). Kora Organics si propone di comunicare questo stile di vita basato sulla salute olistica e sulla felicità.

Quindi, cosa serve per mantenersi a galla in un’industria sempre più saturo di marchi che risparmiano sulla scienza e spendono sulla promozione dei loro famosi fondatori?

E com’è una giornata nella vita di una supermodella veterana diventata imprenditrice nel settore della bellezza? Kerr svela tutto di seguito. L’etica di Kora è quella di “incoraggiare le persone a essere la versione più sana di se stesse”. Come ti assicuri di essere la versione più sana di te stessa? Per me, la salute è ricchezza: la connessione tra mente, corpo e spirito è così potente. Non puoi versare da una tazza vuota, quindi è importante cercare di rallentare, nutrire la mente con affermazioni positive e prendersi il tempo per riempire la propria tazza. Fa cose che ti rendono felice ogni giorno e trascorri del tempo di qualità con coloro che ami e che ti fanno ridere. La risata può essere a volte il miglior rimedio!

Ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra, ma trovo davvero importante dedicare del tempo all’esercizio fisico, passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici più stretti, meditare, mangiare cibi sani che nutrono il mio corpo, leggere libri che mi elevano e fare i miei rituali di cura della pelle mattina e sera. I cristalli, l’aromaterapia, la mindfulness e le affermazioni positive mi hanno aiutato molto. Quando puoi addestrare la tua mente a scegliere un pensiero più positivo, può aiutare a trasformare l’intera giornata. Medito per 15-20 minuti ogni mattina per impostare le mie intenzioni per la giornata. Cosa rende un ingrediente biologico e perché è importante usarli? Gli ingredienti biologici sono privi di sostanze chimiche e tossine superflue. Il terreno in cui crescono gli ingredienti biologici non solo è privo di pesticidi ed erbicidi, ma deve anche essere ricco di nutrienti e non esausto a causa della crescita e del raccolto continui. Gli ingredienti biologici sono stati trovati contenere il 60 per cento in più di antiossidanti rispetto agli ingredienti non certificati biologici, motivo per cui producono risultati così potenti.

Come ti assicuri che un ingrediente o un prodotto sia pulito e sicuro?

Tutti i nostri prodotti sono “certificati biologici” da COSMOS/Ecocert, il che significa che ogni prodotto passa attraverso un processo di revisione molto intenso e lungo su tutte le materie prime nella formula. Ciò garantisce una produzione rispettosa dell’ambiente, una chimica verde, l’uso di risorse di origine naturale e l’assenza di sostanze chimiche discutibili o dannose (tra cui oltre 1.300 sostanze chimiche vietate o limitate nei prodotti cosmetici dall’Unione Europea, oltre a sostanze chimiche aggiuntive esaminate da COSMOS e Kora Organics trovate preoccupanti).

L’agricoltura biologica elimina l’uso di semi geneticamente modificati, pesticidi sintetici, erbicidi o fertilizzanti. Il processo di certificazione include ispezioni dei campi agricoli e delle strutture di lavorazione, una dettagliata tenuta dei registri e test periodici del suolo e dell’acqua per garantire che i coltivatori, i gestori e tutti i processi di lavorazione e produzione lungo la strada rispettino gli standard rigorosi.

I marchi di cura della pelle delle celebrità sono esplosi negli ultimi anni. Come ti differenzi?

Quando ho avviato per la prima volta Kora Organics, nessun altro stava producendo prodotti per la cura della pelle certificati biologici orientati ai risultati, quindi sapevo di avere qualcosa di speciale tra le mani. All’epoca, la “bellezza pulita” non era una cosa come lo è oggi. Essere certificati biologici è ciò che ci distingue: ci sono molti marchi che affermano di essere puliti o naturali quando in realtà potrebbero utilizzare solo un ingrediente naturale tra molti ingredienti tossici. Kora Organics è ancora l’unico marchio che Sephora distribuisce in tutto il mondo che produce solo prodotti certificati biologici. Ci sono un paio di altri marchi che producono solo alcuni prodotti certificati biologici a causa della regolamentazione rigorosa e dei costi elevati del processo di certificazione di Ecocert/COSMOS. E infine, c’è sempre stata la convinzione errata che io sia solo il volto del marchio, ma ho costruito Kora dalle fondamenta, con i miei soldi – l’ho creato per amore della salute e del benessere. Questo non è un accordo di licenza, sono coinvolta in tutte le attività quotidiane dell’azienda. Sono la fondatrice e CEO. È la mia visione, la mia passione… ed è un’estensione della mia vita!

La diagnosi di cancro di tua madre ti ha spinto a esaminare più da vicino ciò che metti dentro e sopra il tuo corpo. In che modo i prodotti che usiamo possono influenzare la nostra salute?

Quando mia madre è stata diagnosticata con tumori cancerosi nella milza, ha incoraggiato la mia famiglia a esaminare più attentamente ciò che stavamo mettendo dentro e sopra i nostri corpi. Attraverso questo processo abbiamo appreso che molti dei prodotti di uso quotidiano che stavamo usando contenevano sostanze chimiche potenzialmente dannose per la nostra salute. Siamo rimasti veramente scioccati nel vedere quanto tossici e potenzialmente cancerogeni possono essere certi prodotti facilmente disponibili sul mercato. Ho imparato molto da questa esperienza: si potrebbe dire che la malattia di mia madre è stata il punto di svolta nella mia vita in cui sono stata incoraggiata ad abbracciare l’importanza di prendermi cura del mio corpo in modo olistico. Sono stata anche fortunata ad essere circondata da persone che mi ispirano a vivere un approccio completo alla salute e al benessere. Mia nonna ci mostrava sempre modi naturali per sostenere la nostra salute attraverso il potere delle piante.

Come ha influenzato la tua crescita nella zona rurale dell’Australia chi sei oggi?

Sono nata e cresciuta in una fattoria a Gunnedah, una piccola città a nord di Sydney. La maggior parte della mia infanzia è stata trascorsa a arrampicarmi sugli alberi, a nuotare nel fiume e a guidare motociclette e cavalli. Vivere in una piccola città significava una vera sensazione di comunità, dove tutti conoscevano tutti e sembrava una grande famiglia estesa. Ho avuto un’infanzia semplice, il più lontano possibile dal mondo della moda che si possa immaginare. Ho imparato molto crescendo in campagna. I miei genitori hanno comprato la casa più economica in città – si sono sposati quando mia madre aveva 18 anni e mio padre 21 anni, quindi non avevano nulla e sono partiti da zero, ma per me era normale. Mio padre è un costruttore e andavo a lavorare con lui a volte. Mi ha insegnato che, alla fine della giornata, il lusso è bello ma non è necessario per la felicità. Finché hai un tetto sulla testa, acqua pulita e amici e familiari amorevoli, va bene. Se non avessi avuto tutto questo, allora non apprezzerei tutto ciò che ho ora.

Raccontami un po’ di più sulle donne che hanno influenzato la tua vita.

Mia madre è una donna coraggiosa, forte e amorevole. Mi ha insegnato l’importanza di bilanciare un forte etica del lavoro con essere una moglie e madre amorevole. Mi ha anche insegnato che tutto è possibile se si crede in se stessi e lo si fa con tutto il cuore. Era una contabile di professione e mi diceva sempre: “non sai mai quanto durerà la tua carriera da modella, quindi risparmia ogni centesimo” – è così che sono riuscita a iniziare Kora Organics. Mia nonna è stata la mia più grande ispirazione. A casa sua, la porta era sempre aperta per chiunque. Amava cucinare e preparare dolci per tutti noi. Questi sono ricordi che porterò sempre nel cuore. In realtà è stata mia nonna che mi ha introdotto alla salute e al benessere olistico fin da piccola, compreso il frutto del noni, che è l’ingrediente principale nella mia linea di cura della pelle.

Qual è il tuo trucco di bellezza numero uno?

Lavare sempre il viso prima di andare a letto. Mia madre mi ha insegnato questo quando ero giovane ed è rimasto con me.

Com’è una tipica mattina per te?

Mi sveglio tra le 5 e le 5.30 del mattino ogni giorno, il che mi dà un’ora o poco più per fare una breve sessione di allenamento, meditare e fare la mia routine di self-care mattutina prima che i bambini si sveglino intorno alle 7 del mattino. Bevo un litro di succo di sedano spremuto a freddo a stomaco vuoto ogni mattina. Compro mazzi di sedano biologico, li sciacquo bene e poi li passo attraverso il mio estrattore di succo a freddo. È stato davvero trasformativo per la mia salute e il mio benessere. Dopo aver finito il mio succo di sedano, faccio una colazione detox di metalli pesanti, aggiungendo la polvere Noni Glow Skinfood di Kora Organics – è ricca di supercibi che aiutano l’energia e la funzione digestiva, e fa brillare la pelle. Prendo anche probiotici: melissa, vitamina B12, vitamina C e integratori di nadovim ogni giorno. Verso le 7 del mattino, i miei ragazzi si svegliano e facciamo le loro routine mattutine e li preparo per la scuola. Dopo averli accompagnati a scuola, inizio a lavorare per il giorno.

Come pratichi l’autocura?

I miei rituali di benessere consistono in una dieta equilibrata, esercizio fisico quotidiano, meditazione e le mie routine di cura della pelle. Essere coerente con ciascuna di queste cose fa davvero una grande differenza su come mi sento dall’interno verso l’esterno. Come la maggior parte delle madri e proprietarie di aziende, ogni giorno è diverso e ci sono momenti in cui non riesco a fare tutto. Ma cerco di prendermi un momento per me ogni giorno – anche se riesco solo a fare una meditazione di 10-20 minuti, questo mi aiuta davvero a impostare le mie intenzioni per la giornata. Una volta alla settimana adoro fare un bagno e mettere un cristallo di quarzo rosa alla base della vasca, aggiungendo qualche pump del mio Olio per il Corpo Noni Glow di Kora Organics. Preparo una tazza di tè alla melissa con il miele, lego i capelli, abbasso le luci, accendo alcune candele, brucio palo santo per purificare lo spazio e metto un po’ di musica rilassante (adoro Snatam Kaur). È un ottimo modo per lasciar andare la giornata e rilassarsi per un sonno riposante.

Qual è il tuo modo preferito di trascorrere il sabato sera?

Una cena casalinga con mio marito e i miei tre ragazzi.

Qual è il tuo piatto signature?

Amo cucinare! Ho una ricetta di pollo al curcuma cucinato lentamente che amo preparare per la mia famiglia. In realtà ho fatto questo per mio marito nel giorno del nostro matrimonio.

Qual è il tuo luogo preferito al mondo?

Ovunque sia la mia famiglia. Essere con mio marito e i ragazzi è il mio posto preferito in tutto il mondo.

Il viaggio di lusso? Ormai non più!

Il viaggio di lusso? Ormai non più!

di Giuseppe De Pietro  

Pensi di vendere viaggio meravigliosi? Il lusso sarebbe la svolta sicura per il tuo business che ahinoi, per il lusso non esistono tempi di crisi!

Gli italiani, si sa, difficilmente rinunciano alla vacanza: è per questo target non occorre stringere la cinghia.

La sorpresa? La soluzione può venir proprio da un settore ritenuto nell’immaginario intoccabile: quello del Luxury Travel. Come?

Stando, infatti, ai risultati del recente report «Shaping the Future of Luxury Travel», realizzato dall’Istituto Tourism Economics (parte di Oxford Economics Group) e Amadeus Travel Intelligence, proprio il turismo internazionale nel comparto del lusso è cresciuto in maniera superiore al resto del settore, registrando un +4,5% rispetto al 4,2% delle altre tipologie di viaggio. E sia chiaro: ciò non vale solo per ricchi sceicchi arabi o imprenditori multimiliardari. Il fenomeno è globale.

La spiegazione? Semplice.

Sempre di più oggi il vero desiderio del consumatore sta nel vivere una Customer Experience memorabile. E questa, come teorizzato al meglio da Brian Solis nel suo bestseller «X: The Experience When Business Meets Design», passa per acquistare, esser disposti a spendere anche un po’ di più pur di aggiudicarsi non tanto «prodotti», brand, oggetti anche di lusso in senso tradizionale, bensì «esperienze» così da sogno che siano – esse sì – quel lusso che finalmente osiamo concederci per rompere la routine della nostra frenetica vita fatta solo di obblighi e doveri.

«Experience is The New Brand. Experiences are The New Branding. Future is Experience», sentenzia Solis. In un tweet: «Se non sei un’Esperienza, non sei un Brand».

Del resto, anche Divia Thani, Editor-In-Chief di Condé Nast Traveller Magazine ha recentemente dichiarato: «Il nuovo lusso non è acquistare una borsa di marca, ma nuotare con i delfini, scalare le montagne, visitare luoghi lontani».

   In quest’ottica, il report ha rivisitato anche la cosiddetta «piramide dei bisogni» di Maslow, identificando le Luxury Traveller Tribes: la prossima generazione dei viaggiatori di lusso, da comprendere quanto prima, da parte degli operatori del mondo dei viaggi, al fine di realizzare prodotti e servizi su misura rispetto alle loro attese.

Si tratta, infatti, di una tendenza che, lungi dallo scemare, andrà semmai crescendo nei prossimi anni. Se già adesso le prenotazioni di alberghi di alta classe si mostrano cresciute del 7% fra il 2014 e il 2015 a livello mondiale, lo studio mostra una crescita stabile del 2,8% annuo dei viaggi tramite jet privato nell’Europa Occidentale: grazie non solo ai detentori di patrimoni ultramilionari, ma anche di piccoli gruppi organizzati. Un trend positivo che vale anche per l’Italia.

«Nei prossimi dieci anni il tasso di crescita dei viaggi di lusso oltreconfine si prospetta intorno al 6,2%, quasi di un terzo superiore al resto del mondo dei viaggi (4,8%), sintomo della progressiva polarizzazione del mondo dei viaggi», ha commentato Francesca Benati, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Amadeus Italia. «I viaggi di lunga tratta supereranno quelli fra Paesi di confine nel 2025». E attenzione: proprio grazie alle classi medie, sempre più pronte a investire in viaggi di lungo raggio verso nuove destinazioni, il Luxury Travel continuerà a espandersi con un +4% dal 2015 al 2022 nell’ambito delle prenotazioni alberghiere.

Andando a sbirciare nel dettaglio dei singoli Paesi o aree continentali, al momento emerge certo evidente la predominanza di Europa Occidentale, USA e Canada, che continuerà fino al 2025. Crescita a due cifre per la Cina, con un +12,2%, benché a un ritmo più lento. La Russia, prevista in ripresa dalla recessione degli ultimi anni, crescerà del 9%. Un po’ più di lentezza, invece, per il Brasile, fermo al 4,2% proprio per la mancanza di una classe media e la debolezza del real brasiliano rispetto alle altre valute mondiali. India al top, invece, con un impressionante dato di crescita del mercato del lusso pari al 12,8%. Nel Medio Oriente, infine, la crescita per il settore dei viaggi di lusso e dei viaggi in generale si attesterà su un tasso costante: in particolare, Kuwait, Qatar e UAE vedranno una crescita del settore del 4,4%, mentre il mercato del lusso si espanderà del 4,5%.

Aldilà di tanti numeri, due i concetti chiave da mandar a memoria per tour operator e addetti ai lavori, a partire da questo ricco report e dallo scenario globale cui rimanda:

  • Il «viaggio di lusso» non è più un lusso.
  • Non, almeno, in senso tradizionale: e in tale ottica non è per pochi, ma per un target medio, «normale», sempre più ampio. «Il concetto di Luxury Travel è soggettivo», sentenza chiaramente la ricerca già nella introduzione. «Per qualcuno può corrispondere alla crociera privata multimilionaria intorno all’Artico su uno yacht extralusso, per un altro all’avere il proprio chef cinque stelle Michelin preferito a propria completa disposizione», e via così. A far la differenza, non sono i soldi spesi per garantirsi quel viaggio, per aggiudicarsi quell’esperienza, bensì l’unicità, l’eccezionalità di quell’esperienza – la sua capacità di riconoscere l’esigenza, il bisogno, il desiderio più proprio del cliente, il «sogno» della persona che si ha dinanzi e nell’andare a realizzarlo al meglio. Nel garantire, insomma, al proprio «cliente-amico» una Customer Experiencedavvero indimenticabile: costosa, o anche no, che sia.
  • Questo «nuovo lusso» – per tutti o quasi – condividilo su social!
  • «Il nuovo lusso non è acquistare una borsa di marca, ma nuotare con i delfini, scalare le montagne, visitare luoghi lontani», diceva – si è ricordato – Divia Thani. Che continua però dicendo: «… E poi condividere le immagini sullo smartphone». Questo lusso, insomma, sarà anche a buon (o miglior) mercato, ma tanta parte della sua esclusività lo fa poter «mostrare a tutti», in tempo reale, l’eccezionalità di quanto si sta vivendo. Anche mangiare un panino, così, può divenire status symbol, farti sentir parte di una élite.

Se per il tuo «cliente-amico» organizzi un viaggio così, non dimenticare che sarà lui il primo a condividerlo su social network e social media. Dagli una mano allora! Rilancia i suoi contenuti, riposta gli scatti delle sue vacanze sui tuoi profili social, rilancia urbi et orbi le sue immagini del cuore. Amplificherai la sua visibilità e otterrai un guadagno doppio: far felice lui, che sarà lieto di veder così moltiplicata la portata del suo messaggio, e te, che ti ritroverai con l’ambassador – e cliente – più fedele che si possa… «sognare» per il proprio brand.

LONGINES GLOBAL CHAMPIONS TOUR 2018

LONGINES GLOBAL CHAMPIONS TOUR 2018

di Giuseppe De Pietro

Tornano i cavalli stellari al Csi cinque stelle del Global Champions Tour allo Stadio dei Marmi Pietro Mennea di Roma. Uno straordinario spettacolo  di cui saranno protagonisti i più titolati campioni del salto ostacoli.

Gli undici medaglie olimpiche per la 4° edizione del Longines Global Champions Tour Roma saranno presenti in questi giorni. Dati alla mano,  sono 3 i campioni olimpici in gara al Foro Italico: accanto ai britannici Scott Brash e Ben Maher, legati dallo storico oro a squadre conquistato proprio in casa (Londra 2012), c’è il tre volte “gold” Ludger Beerbaum. Il fuoriclasse tedesco è salito sul gradino più alto del podio in occasione di due edizioni dei Giochi (oro individuale Barcellona 1992, oro a squadre Seoul 1988 e Sydney 2000).

Un argento individuale e uno a squadre, seguono lo svedese Rolf Goran Bengtsson (medaglia a squadre Atene 2004, individuale Pechino 2008) ed il connazionale Peder Fredericson (medaglia a squadre Atene 2004, individuale Rio de Janeiro 2016). Due, ma di bronzo, sono anche le medaglie del tedesco Christian Ahlmann (Atene 2004 e Rio de Janeiro 2016), entrambe a squadre. Detentori di un argento “team”, sono l’olandese Jur Vrieling (Londra 2012), il britannico Michael Whitaker (Los Angeles 1984) e l’olandese Marc Houtzager (Londra 2012). L’elvetico Pius Schwizer (Pechino 2008) ed il tedesco Daniel Deusser (Rio de Janeiro 2016), invece, vantano un bronzo a squadre ciascuno.

LIFESTYLE, Amazzoni – Jennifer Gates

 

Gli atleti che detengono un titolo iridato a squadre: Ludger Beerbaum (Jerez de la Frontera 2002 e Aachen 2006), l’olandese Jur Vrieling (Caen 2014) e il francese Roger Yves Bost (Stoccolma 1990).

Ci saranno anche Christian Ahlmann (bronzo a squadre Aachen 2006), Simon Delestre (argento a squadre Caen 2014) e Michael Whitaker (bronzo a squadre Stoccolma 1990).

A livello europeo, per citare solo il metallo più prezioso a titolo individuale, sono 5 i protagonisti continentali iscritti alla tappa capitolina del circuito: il campione in carica Peder Fredericson (Goteborg 2017), Roger Yves Bost (Herning 2013), Rolf Goran Bengtsson (Madrid 2011), Christian Ahlmann (Donaueschingen 2003) e Ludger Beerbaum (Mannheim 1997 e Arnhem 2001).

Ci saranno i 5 cavalieri che risultano nella top ten Longines FEI Ranking (graduatoria mondiale): il numero 1 Harrie Smolders, Peder Fredericson (2°), Daniel Deusser (6°), Henrik Von Eckermann (7°) e Ben Maher (8°). Otto, invece, gli atleti che classificati tra i migliori 10 della ranking del Longines Global Champions Tour: Ben Maher (1°), Harrie Smolders (2°), Alberto Zorzi (3°), Daniel Deusser (4°), Edwina Tops-Alexander (6°), Christian Ahlmann (7°), Scott Brash (9°).

I più agguerriti saranno certamente Harrie Smolders, numero 1 al mondo e 2° nella classifica LGCT, e Ben Maher, 8° nella classifica mondiale, ma leader a livello ‘Global’. Il cavaliere britannico arriva a Roma ‘on a mission’, determinato ad aumentare il suo distacco dal collega olandese tanto da garantirsi il titolo 2018 con una tappa di anticipo sulla finale di Doha. Smolders e Maher dovranno comunque guardarsi le spalle dalla concorrenza di un azzurro pericoloso, Alberto Zorzi, terzo nella ranking LGCT. In cerca di una rimonta sul filo del rasoio è il tedesco Daniel Deusser, 6° migliore al mondo, ma 4° per quello che riguarda la classifica del circuito. In cerca del suo primo successo in un evento del circuito è invece lo svedese Peder Fredricson, 2° nella ranking mondiale, mentre cercherà di tornare sul podio il suo connazionale Henrik Von Eckermann che si impose già a L’Estoril nel 2013 con Gotha FRH.

Tra i pretendenti al trono di Roma non si possono certo sottovalutare l’australiana Edwina Tops-Alexander ed il britannico Scott Brash, entrambe già 2 volte vincitori del campionato targato ‘Global’ (2011 e 2012 per la Tops-Alexander e 2013 e 2014 per Brash).

Sono tutti decisi a non mollare quando mancano due tappe (Roma e Doha) prima dell’assegnazione del titolo 2018.

Primo fra tutti, l’inglese Ben Maher, capolista della graduatoria. “Ci siamo, ma tutto può cambiare”, ha dichiarato Maher. “A Valkenswaard (la tappa precedente, ndr) non è andata molto bene, ma i miei cavalli hanno potuto godere di un periodo di riposo prima di Roma. Il mio obiettivo è quello di prendere qualche punto in più”. Il programma di Ben Maher è chiaro: distaccare ulteriormente l’olandese Harrie Smolders (secondo nella ranking LGCT) e il nostro Alberto Zorzi (terzo), fino ad assicurarsi la vittoria del circuito allo Stadio dei Marmi.

Sognando il ritorno di una leggenda l’Alfa Romeo,  la “33 Stradale”.

Sognando il ritorno di una leggenda l’Alfa Romeo,  la “33 Stradale”.

Alfa Romeo 33 Stradale, hypercar milionaria anche elettrica, prodotta in soli 33 esemplari, già tutti venduti

di Giuseppe De Pietro

   Svelata al Museo storico di Arese la vettura ispirata al gioiello del 1967. Telaio e motore V6 Nettuno della Maserati MC20 evoluto, potenza di oltre 620 Cv e velocità massima di 333 km/h. Disponibile anche una versione elettrica su base Maserati Folgore: ben 750 Cv. Produzione limitata a 33 esemplari, prezzo milionario.

Elevatissima la personalizzazione, fonte di profitti notevoli per i brand premium: ogni modello è stato sviluppato dalla neonata “Bottega” di Alfa Romeo con sede nel Museo di Arese a stretto contatto con il cliente per creare vetture uniche, con la possibilità di firmare il numero di telaio. La 33 Stradale consolida il percorso di Alfa Romeo nella produzione di esclusive “few-off” realizzate con processi artiginiali a stretto contatto con il cliente.

“Con la nuova 33 Stradale abbiamo voluto creare qualcosa che fosse all’altezza del nostro passato e di cui gli Alfisti potessero essere orgogliosi. È la prima “fuoriserie” del marchio dal 1969, e prometto non sarà l’ultima”, afferma Jean-Philippe Imparato, Ceo di Alfa Romeo.

Con la 33 Stradale Alfa Romeo si pone un obiettivo ambizioso: creare una vettura da pista adatta all’utilizzo quotidiano. Il telaio è in alluminio e fibra di carbonio. Il design presenta una parte frontale dalle linee muscolose con l’iconico scudetto o trilobo e gruppi ottici a base ellittica. La linea laterale è slanciata, con porte ad apertura “elitra” e due ampie prese d’aria. Grazie all’apertura ad angolo delle porte e all’ampia vetratura del tetto, la sensazione per il guidatore è di essere a bordo di un jet. La parte posteriore è caratterizzata dalla coda tronca con fanali tondi e il design a “V” del cofango (cofano e parafango). Per scelta non ci sono profili attivi per la gestione dell’aerodinamica. All’interno spiccano due elementi iconici: volante sportivo a tre razze senza comandi e il quadro strumenti a “cannocchiale”.

Per assicurare performance e piacere di guida la nuova 33 Stradale ha sospensioni a doppio braccio con ammortizzatori attivi e monta un propulsore 3.0 V6 biturbo in posizione centrale e trasversale. La potenza è di oltre 620 CV, con cambio Dct a 8 rapporti. La trazione è posteriore con differenziale elettronico. La versione elettrica (Bev), avrà invece una potenza di oltre 750 CV e un’autonomia stimata in 450 km (WLTP). Impressionanti le performance: 333 km/h di velocità massima indicata e accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi, frenata da 100km/h a 0 in meno di 33m. Il set up si avvarrà della collaborazione del pilota di F1 Valtteri Bottas sulla pista di Balocco.

Due le modalità di guida Strada e Pista per portare la vettura al limite con la possibilità di disattivare il controllo di trazione e di utilizzare l’opzione partenza veloce attivabile con il tasto “Quadrifoglio”. Il sistema frenante è dotato di tecnologia Alfa Romeo Brake-By-Wire con dischi carboceramici Brembo. Tre le colorazioni disponibili due tonalità di rosso e blu imperiale. Due le proposte per gli interni: Tributo in pelle e alluminio o Alfa Corse in carbonio e alcantara.
Giuseppe De Pietro